Allarme mafia cinese a Prato, dopo Fdi anche il Pd: “Sezioni distaccate della Dda”

Dopo l’interrogazione di tre settimane fa di Fdi anche i dem chiedono a Nordio di correre ai ripari di una città aggredita dalla criminalità.

Roma –  Quasi tre settimane fa erano due interrogazioni contenevano la precisa richiesta di istituire sezioni distaccate della Dda anche a Prato per contrastare fenomeni mafiosi di natura etnica. Atti precisi che confermavano la volontà di Fratelli d’Italia di porre il caso Prato all’attenzione della commissione Antimafia. In una nota dei deputati di FdI, Chiara La Porta, pratese, e Francesco Michelotti, membro della commissione Antimafia, gli stessi sottolineavano. “Gli ultimi atti violenti ed intimidatori che si sono consumati a Prato e a Seano sono purtroppo le ennesime ed agghiaccianti conferme non solo che il sistema mafioso sia una realtà radicata nel nostro territorio, ma che ormai abbia toccato livelli organizzativi tristemente peculiari e simbolici”. Ora è il Pd, annunciando un’altra interrogazione al ministro della Giustizia, in modo traversale a lanciare l’allarme sul caso Prato.

“Mafia e criminalità organizzata stanno segnando la situazione di una città laboriosa e operosa, con un tessuto civile e democratico solido come Prato. Consideriamo un dovere istituzionale e politico intervenire con immediatezza sostenendo l’impegno, sul fronte del lavoro, degli ispettori Asl e della Polizia Municipale, del Comune e delle istituzioni”, dichiara il senatore Walter Verini capogruppo del Pd in Commissione Antimafia. “Il fenomeno criminale però sta crescendo come succede anche in troppe altre realtà del Paese.
Ce lo dicono i fatti di cronaca e lo sostiene con autorevolezza e preoccupazione il Procuratore Capo di Prato Luca Tescaroli che in una relazione inviata ai Ministeri della Giustizia e dell’Interno segnala che Prato e il territorio provinciale sono caratterizzate da una complessità e da una pericolosità criminale che non sono del tutto note e non adeguatamente comprese”.

L’allarme del procuratore Luca Tescaroli

E’ evidente, sostiene Verini, il “richiamo ad una più concreta presenza dello Stato anche per ovviare, come denunciato nella stessa missiva, ad alcune carenze organizzative derivanti da organici non sufficienti all’interno della magistratura, delle forze dell’ordine e del Tribunale penale. Così come è necessario un
rafforzamento della guardia di finanza per fronteggiare anche il fenomeno dell’evasione fiscale. Per questo, insieme ad altri colleghi parlamentari, presenteremo una interrogazione al ministro della Giustizia Nordio per sollecitare un necessario e doveroso approfondimento sui dati e sulle richieste del Procuratore capo Tescaroli ad iniziare dalla creazione di una direzione distrettuale antimafia o di una sezione della stessa presso la Procura di Prato. Le infiltrazioni mafiose campane e calabresi si stanno saldando con il racket delle grucce e con una rete economica tipica delle attività bancarie, ma del tutto illegali, che garantiscono liquidità al traffico di droga”.

“Non ci si può girare dall’altra parte. Tutti devono affiancare l’impegno delle forse dell’ordine, della magistratura, del Comune, delle forze sociali – conclude il senatore Walter Verini – e l’interrogazione va nella direzione di accelerare le decisioni di stretta pertinenza del ministro Nordio”. Tre settimane fa i parlamentari di Fratelli d’Italia Chiara La Porta, pratese, e Francesco Michelotti, erano entrati nel dettaglio degli episodi che vedono l’ombra non più offuscata nella mafia cinese: “Assoldare manovalanza per intimidire i lavoratori a Seano, prendendoli selvaggiamente a sprangate, e minacciarli di morte, in caso di ulteriori manifestazioni, così come dare alle fiamme l’auto di un imprenditore cinese adagiandovi, a poca distanza, una bara vuota con la sua fotografia, sono azioni che dimostrano quanto il nostro tessuto socio economico sia inquinato da una criminalità mafiosa ben strutturata, infiltratasi nel tempo e con caratteristiche sistemiche molto connotate”.

Carlo Nordio

Il grido d’allarme di FdI è stato costante lungo gli anni ed oggi è ancora più alto – avevano proseguito -. Per questo abbiamo presentato due interrogazioni ai ministri dell’Interno, del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Giustizia per chiedere, tra i punti, se non sia opportuno adottare istituire sezioni distaccate della Direzione Distrettuale Antimafia presso la procura della Repubblica di Prato, proprio per meglio conoscere ed affrontare con adeguati strumenti i fenomeni mafiosi di natura etnica. Entrambe, inoltre, confermano la nostra volontà di porre all’attenzione della commissione Antimafia il caso del sistema mafioso cinese a Prato, tra le priorità, peraltro, fin dalla sua istituzione. L’allerta di ogni livello istituzionale deve essere altissima, nessuno deve minimizzare una realtà criminale del nostro territorio, che è ormai divenuta un fatto”. 

I deputati di Fdi Chiara La Porta, pratese, e Francesco Michelotti, firmatari delle due interrogazioni, da tempo sono impegnati su questo fronte. Lo scorso anno hanno condiviso la preoccupazione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Marcello Viola in merito al sempre maggiore radicamento della criminalità cinese in molte zone d’Italia. “Pensiamo per esempio alla Toscana, – dissero allora – dove è molto alta la presenza di attività illegale, dovuta alla sempre più preoccupante penetrazione della criminalità cinese. Droga, riciclaggio e prostituzione, come ha spiegato il procuratore Viola, sono le maggiori attività illegali a cui sono dedite le criminalità straniere, che ormai da molti anni sono riuscite a mettere le mani in parte del tessuto produttivo italiano. Ringraziamo il lavoro straordinario delle forze dell’ordine e della Dda, sempre in prima linea nella lotta alle mafie e contro il crimine”.

Prato in ostaggio del Dragone

“Prato, polo industriale di proporzioni significative e crocevia di flussi migratori, affaristici, economici e criminali, è una realtà che ha creato le basi per infiltrazioni di strutture associative anche di tipo mafioso, italiane e straniere”. E ancora: “La città di Prato e la sua provincia sono caratterizzate da una complessità e da un pericolosità criminale che non sono del tutto note e, di conseguenza, non sono state adeguatamente comprese”. Sono due passaggi della relazione di undici pagine che il procuratore, Luca Tescaroli, ha inviato ieri, martedì 22 ottobre, al ministero della Giustizia e al ministero dell’Interno in seguito all’interrogazione depositata dalla deputata pratese di Fdi, Chiara La Porta (co-firmatario il collega Francesco Michelotti), circa la necessità di dotare la procura di Prato di una sezione della Direzione distrettuale antimafia. “E’ auspicabile la creazione di una Dda a Prato o di una sezione presso la procura”, l’opinione di Tescaroli.

E ora, dopo Fratelli d’Italia anche il Pd in modo trasversale si associa a una battaglia contro la criminalità che non ha colore politico.

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