Attività avviata da via Arenula. Il ministro Carlo Nordio ha invitato i provveditorati regionali a comunicare diverse informazioni.
Roma – Il Fentanyl, “ribattezzata la droga degli zombie”, fa sempre più paura. Era maggio scorso quando il ministero della Salute aveva lanciato l’allarme: il potente oppioide che sta mietendo vittime negli Usa era stato trovato a Perugia. A pochi mesi dalla presentazione del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio della droga tanto temuta e di altri oppioidi sintetici, una nota della direzione della Prevenzione del ministero della Salute ha elevato l’allerta a ‘Grado 3’ dopo “l’identificazione di Fentanyl in eroina da strada a Perugia“, a maggio appunto, certificata dalle analisi condotte subito dopo.
Il Piano nazionale contro l’uso improprio di Fentanyl, presentato il 12 marzo scorso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, alla presenza dei ministri della Salute, Orazio Schillaci, dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e dello Sport e i giovani, Andrea Abodi, ribadiva la necessità di prevenire la diffusione di questo “potente oppioide sintetico con impiego analgesico e anestetico, che ha effetti simili a quelli della morfina, ma è da 50 a 100 volte più potente di quest’ultima e 30-50 volte più potente dell’eroina”. Nel nostro Paese al momento il fenomeno è contenuto, ma l’intelligence ha segnalato un interessamento della ‘ndrangheta, che starebbe valutando la convenienza dell’immissione sul mercato della sostanza.
Una droga pericolosa e poco costosa, potenzialmente letale anche assumendone una dose equivalente a una punta di matita. Il Fentanyl è stata anche al centro dell’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla conferenza stampa di presentazione, a palazzo Chigi, della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. “Abbiamo disposto una mirata attività di monitoraggio sulla diffusione all’interno degli istituti penitenziari”, ha detto il Guardasigilli, “sia sull’utilizzo del farmaco che sulle prassi di somministrazione”.
Sull’attività avviata da via Arenula, il ministro Nordio ha spiegato che i provveditorati regionali sono stati invitati a comunicare agli istituti di propria competenza diverse informazioni: tra l’altro, i quantitativi di farmaci fentanyl presenti nelle infermerie, e in quali forme; quanti sono i pazienti ai quali viene prescritto il farmaco (in forma anonima), la tipologia di trattamento sanitario e le dosi quotidianamente distribuite. Ma anche informazioni sulle modalità operative di circolazione del farmaco: se per esempio i “cerotti” vengono riconsegnati dal paziente dopo l’uso, ovvero se rimangono nella sua disponibilità. Questo, per intervenire sul rischio che “i cerotti vengano scambiati tra persone detenute”, ha evidenziato il Ministro.
Non solo carceri: il fentanyl può essere individuato anche nel corso delle indagini preliminari per reati connessi alle droghe. Su questo fronte, ha ribadito Nordio, è in atto un dialogo con il procuratore generale della Cassazione e con il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo per elaborare un documento, da trasmettere alle procure territoriali, con misure utili per contrastare il fenomeno in sede di indagini preliminari. L’obiettivo, ha spiegato il Guardasigilli, è “dare un’omogeneità di indirizzo per quanto riguarda le perizie e consulenze attraverso cui emerge la presenza di questa droga”.
“L’importante è che siamo consapevoli e che diffondiamo la consapevolezza della diffusione e della presenza di questa nuova droga”, ha sottolineato il Ministro, aggiungendo di essersi soffermato “sull’aspetto che ci sta più a cuore – quello che riguarda il mondo carcerario e il mondo dei processi -; ovviamente è necessaria anche l’attività di prevenzione avviata da questo governo”. A tracciare l’identikit di queste nuove sostanze, che sempre di più stanno rimpiazzando l’eroina anche a seguito dello stop alla produzione di oppiacei in paesi come l’Afghanistan, è stata anche la presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi, che avverte: bastano solo 1 o milligrammi di tali sostanze per uccidere.
Il Fentanyl, spiega l’esperta intervenuta alla presentazione a Palazzo Chigi del Piano, è sintetizzato completamente in laboratorio. E’ un farmaco utilizzato per la sedazione in anestesiologia, per curare pazienti con dolore cronico che non rispondono ad altre terapie e nei pazienti oncologici. Iscritto nella tabella 1 del dpr 309/90 sulle sostanze stupefacenti, deve essere prescritto con ricetta medica non ripetibile. Il problema è che può essere utilizzato per scopi diversi da quelli terapeutici e può essere sintetizzato illecitamente in laboratori clandestini, come i suoi analoghi. I suoi effetti principali sono la depressione del sistema nervoso centrale e la depressione del respiro che conducono alla intossicazione acuta, al contempo determina un effetto euforizzante. Proprio la depressione del sistema respiratorio può provocare coma e decesso per soffocamento.