La vicenda penale si era chiusa col patteggiamento alla pena (sospesa) di 8 mesi davanti al gip di Ancona per il reato di abuso d’ufficio.
Alessandria – L’accusa è di aver favorito più e più volte avvocati suoi amici. La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha rimosso il giudice del Tribunale alessandrino Giuseppe Bersani. Nel capo d’incolpazione viene richiamata parte della sua vicenda penale chiusa col patteggiamento alla pena (sospesa) di 8 mesi davanti al gip di Ancona per il reato di abuso d’ufficio. Nonostante la riforma che abroga questo reato permetta di chiedere la revoca della sentenza, Palazzo dei Marescialli ha deciso comunque di “espellere” Bersani per la lunga sequela di illeciti dal punto di vista disciplinare ritenuta tale da “lederne l’immagine di magistrato”.
Il caso più eclatante riguarda la sua partecipazione, come membro del Tribunale Fallimentare di Piacenza, alla nomina di due curatori fallimentari: l’avvocato Virgilio Sallorenzo e sua moglie, l’avvocata Marina Bottazzi. Bersani, legato a loro da rapporti di amicizia, avrebbe dovuto ovviamente astenersi dalla decisione. In cambio, Sallorenzo avrebbe proposto al Ministero dello Sviluppo Economico la nomina della moglie di Bersani, l’avvocato Sabrina Fermi, come consulente legale. Per il Csm, si tratta di un comportamento che ha violato i doveri di correttezza e imparzialità propri della funzione giudiziaria.
Un altro caso contestato riguarda l’avvocato Corrado Schiaffonati, al quale Bersani avrebbe liquidato somme di denaro significative in occasione del suo trasferimento da Piacenza a Cremona, senza rispettare i criteri previsti dalla legge. Inoltre, secondo l’incolpazione, il magistrato avrebbe costretto un azionista di maggioranza di una società a versare a Schiaffonati una cifra spropositata di 550mila euro, giustificata da una prestazione legale ben al di sotto di tale valore. Il giudice, si legge nell’incolpazione, avrebbe potuto e dovuto liquidare “una somma conforme alla legge”. Per questi e altri episodi, il Csm ha deliberato con la sentenza di ieri la sanzione della rimozione.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE UNA RICHIESTA DI RETTIFICA INVIATACI DALL’AVVOCATO CORRADO SCHIAFFONATI
Oggetto: Vs. articolo del 17/10/2024 dal titolo “Alessandria: il giudice Giuseppe Bersani favoriva avvocati amici, il Csm lo espelle”
Nella giornata di ieri è apparso sul vostro quotidiano un articolo che riguarda il Giudice Dott. Giuseppe Bersani a firma di Valentina Marsella e che coinvolge anche la mia persona nella parte in cui si legge:
“…..Un altro caso contestato riguarda l’avvocato Corrado Schiaffonati, al quale Bersani avrebbe liquidato somme di denaro significative in occasione del suo trasferimento da Piacenza a Cremona, senza rispettare i criteri previsti dalla legge. Inoltre, secondo l’incolpazione, il magistrato avrebbe costretto un azionista di maggioranza di una società a versare a Schiaffonati una cifra spropositata di 550mila euro, giustificata da una prestazione legale ben al di sotto di tale valore. Il giudice, si legge nell’incolpazione, avrebbe potuto e dovuto liquidare “una somma conforme alla legge”. Per questi e altri episodi, il Csm ha deliberato con la sentenza di ieri la sanzione della rimozione...”
Ciò premesso Vi significo quanto segue.
Le somme che mi vennero liquidate a titolo di compenso dal Dott. Bersani, peraltro più di sette anni or sono, mi erano dovute.
Quanto all’importo di Euro 550.000,00, esso mi venne corrisposto nel mese di marzo 2010, quindi oramai ben quindici anni or sono, da una società che si era resa assuntrice di un concordato fallimentare, ma del tutto spontaneamente e senza che vi fosse stata “costrizione da parte mia e da parte del Dott. Bersani” il quale, oltretutto, non doveva nemmeno “essere più lui a liquidarmi i compensi”, proprio perché era intervenuto il concordato fallimentare.
Purtroppo, e come spesso accade in questo strano paese, alcuni anni or sono venne avviata un’indagine nei confronti miei e dal Dott. Bersani per i fatti sopra indicati ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e di estorsione in concorso, che venne trasmessa per competenza ex artt.11 c.p.p. alla Procura della Repubblica di Ancona.
I due Pubblici Ministeri anconetani, dopo approfondite indagini e dopo aver attentamente vagliato gli atti e i documenti prodotti, si resero conto dell’assoluta infondatezza delle ipotesi delittuose che erano state contestate a me e al Dott. Bersani, e quindi in data 24/12/2020 avanzarono una richiesta di archiviazione nei nostri confronti perché le norme che qualcuno assumeva essere state violate riguardo al primo episodio non erano nemmeno in vigore al tempo dei fatti; quanto al secondo episodio la motivazione era invece dovuta all’insussistenza dei fatti, e che vi allego con omissis nella sola parte che mi riguarda.
Il Gip di Ancona in data 02/02/2021 accolse la richiesta dei due Pubblici Ministeri e dispose l’archiviazione del procedimento per entrambi. Suppongo che il decreto di archiviazione sia stato poi vistato dal Procuratore Generale competente.
Quindi quanto è stato da Voi scritto nel vostro articolo, che ha diffusione nazionale in quanto consultabile via internet, contiene delle affermazioni che non corrispondono a verità e sono gravemente lesive della mia reputazione, personale e professionale, in quanto io vengo presentato al vasto pubblico come un avvocato farabutto che pone in essere delle estorsioni a danno di terzi in combutta con un Magistrato per ottenere il pagamento di una somma di Euro 550.000,00 che non gli era dovuta, quando invece dalle risultanze delle indagini è emerso che tanto io quanto il Dott. Bersani non avevamo ricattato proprio nessuno, e che i danari che mi vennero corrisposti mi erano legittimamente dovuti.
Inoltre, e a quanto mi costa, per i fatti sopracitati il Dott. Bersani era stato già archiviato anche dalla sezione disciplinare del CSM con ordinanza n.39/2023 del 20/04/2023.
Pertanto chiedo che procediate ad un’immediata rettifica già oggi stesso di quanto avete scritto con un articolo che dovrà avere visibilità e risonanza ancora maggiore rispetto a quello apparso ieri oltre naturalmente alla rimozione immediate dell’articolo in oggetto per tutta la parte che mi riguarda trattandosi di una vicenda conclusasi definitivamente da anni, autorizzandovi sin d’ora a pubblicare integralmente questa mia lettera, e ciò a tutela e ristoro della mia reputazione personale e professionale.
In difetto ciò, senza alcun indugio, presenterò nei vostri confronti una denunzia per il reato di diffamazione a mezzo stampa, oltre ad avviare un’azione civile di danni.
Allego: copia della richiesta di archiviazione della procura di Ancona e del decreto di archiviazione del Gip di Ancona nei confronti miei e del Dott. Bersani.
Piacenza li 18/10/2024