Alberto Trentini incontra l’ambasciatore italiano in Venezuela

Prima visita consolare per l’operatore umanitario italiano, detenuto da 312 giorni: “In discrete condizioni ma dimagrito”.

Venezuela – Dopo trecentododici giorni di isolamento totale, Alberto Trentini ha finalmente potuto incontrare un rappresentante dell’Italia. L’operatore umanitario 46enne, rinchiuso dal novembre scorso nel penitenziario di El Rodeo 1, alle porte della capitale venezuelana, ha ricevuto la visita dell’ambasciatore Giovanni de Vito, che ha incontrato anche Mario Burlò, altro connazionale di cui da tempo si erano perse le tracce.

L’incontro, autorizzato dalle autorità carcerarie venezuelane, rappresenta il primo contatto ufficiale tra i prigionieri italiani e la diplomazia del nostro Paese dall’inizio della loro detenzione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, attualmente impegnato nei lavori dell’Assemblea generale ONU a New York, ha confermato l’avvenuto colloquio esprimendo un cauto ottimismo.

Secondo quanto riferito dal capo della Farnesina, entrambi i detenuti si presenterebbero “in buone condizioni generali, sebbene visibilmente dimagriti” rispetto al momento dell’arresto. I due avrebbero assicurato di ricevere pasti regolari e di poter usufruire quotidianamente del tempo all’aperto, descrivendo come rispettoso il comportamento del personale penitenziario.

L’ambasciatore è riuscito a consegnare corrispondenza proveniente dalle famiglie e alcuni articoli di prima necessità, ristabilendo così un canale di comunicazione che era rimasto interrotto per tutti questi mesi. Per Trentini si è trattato del primo contatto con l’esterno dopo appena due brevissime conversazioni telefoniche con i parenti, l’ultima delle quali risalente a sei mesi fa.