Il presidio di “Riscatto agricolo” verso lo smantellamento, ma altre sigle confermano la protesta di piazza del 15 febbraio a Circo Massimo.
Roma – Pronti a ritirare i trattori e a smobilitare il presidio sulla Nomentana gli agricoltori di Riscatto Agricolo. Hanno apprezzato la pubblicazione sul sito del Ministero dell’Agricoltura dell’istituzione di un tavolo tecnico. Positivo anche l’ennesimo incontro che si è svolto ieri con il ministro Francesco Lollobrigida. La svolta è avvenuta in serata, con la maggioranza di Governo che ha raggiunto la sintesi sulla nuova configurazione dell’Irpef agricola, confermando l’esenzione Irpef per i redditi fino a 10mila euro e una riduzione del 50% dell’imposta per quelli tra i 10 e i 15 mila euro.
Dopo una settimana di protesta degli agricoltori e di ipotesi messe sul tavolo, di vertici e controvertici, il centrodestra ha trovato la quadra. E i trattori sono pronti alla ritirata. “Alla luce della pubblicazione sul sito del ministero dell’Agricoltura del tavolo tecnico, siamo pronti a smobilitare il presidio” fanno sapere i portavoce di Riscatto agricolo, il movimento che da giorni era asserragliato in via Nomentana a Roma. “Nel giro di un due o tre di giorni, in base ai tempi tecnici – spiegano –, faremo uscire con rispetto i trattori dall’area e d’accordo con le forze dell’ordine”.
La decisione arriva soprattutto dopo l’incontro tra una delegazione del movimento e il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, durante il quale Riscatto agricolo “è stato riconosciuto istituzionalmente nelle rappresentanze agricole, nei confronti del governo e del parlamento, – sottolineano -. Rapporti che coltiveremo con grande professionalità e dedizione, per giungere quanto prima a definire le necessità urgenti del nostro Paese in risposta alle difficoltà che il mondo agricolo sta vivendo”.
Con un emendamento al decreto Milleproroghe il governo sarebbe poi al lavoro per “esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10mila euro” e ridurre “del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10mila e i 15mila euro”. Ma la tensione tra Lega e Fratelli d’Italia non sembra voler calare. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, l’intesa sul provvedimento certificherebbe il raggiungimento di un accordo, “che si deve al lavoro congiunto dei ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo”.
Le ore che precedono l’annuncio, però, raccontano una frizione evidente tra le forze di governo, con la Lega che continua ad alzare l’asticella proponendo la soglia di esenzione dell’Irpef agricola fino a 30 mila euro. E non solo. Perché Matteo Salvini, proprio quando è in corso la riunione di maggioranza, convoca il suo partito. Che con una nota rilancia: “incrementare l’esenzione Irpef”. Mossa letta da alcuni in maggioranza come un forte elemento di disturbo al complicato lavorio verso l’intesa.
Qualche istante dopo l’annuncio del provvedimento, fonti della Lega esprimono “grande soddisfazione per la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull’Irpef, così come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini”. Parole che in molti interpretano come una rivendicazione, dopo giorni in cui il partito del ministro dei Trasporti aveva tenuto alto il livello dello disputa. La priorità del movimento era comunque quella di partecipare a un tavolo tecnico permanente e di discutere di una serie di richieste formulate in 12 punti, dall’esenzione dal pagamento dell’ Irpef e dell’Imu per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, alla revisione della Pac, al mantenimento delle agevolazioni sui carburanti.
Le altre sigle, però, si muovono in direzione opposta. Altragricoltura e Popolo produttivo hanno preavvisato in questura che domani notte giungeranno in un’area privata a Castel di Leva, nell’Agro romano, circa cento mezzi agricoli. Le due sigle avevano lanciato per giovedì una manifestazione che cadrà in contemporanea a quella già indetta dagli agricoltori traditi del Cra e che vedrà confluire verso Circo Massimo quindici trattori e decine di migliaia di persone.
Da parte sua il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha dato ampie rassicurazioni: “Sull’Irpef, insieme ai colleghi Giorgetti e Leo stiamo lavorando a una ulteriore proposta che garantisca, nel modo più rilevante possibile gli imprenditori agricoli. Il sostegno al reddito dei più deboli e l’abbattimento dei costi di produzione, in un quadro di equità, restano la stella polare dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e spero che chiunque, al di là della collocazione parlamentare, abbia a cuore il sistema agricolo”.
L’emendamento al Milleproroghe “non è sufficiente per risolvere il problema. Il Governo – ha aggiunto Lollobrigida – sta inoltre lavorando alle verifiche automatiche che scatteranno in presenza di acquisti inferiori al prezzo medio di produzione pubblicato da Ismea. Sosterrò quelle proposte che hanno lo stesso nostro interesse nel tutelare gli imprenditori agricoli, come quella avanzata dal ministro francese Marc Fesneau sul principio di reciprocità per evitare che nella nostra Nazione arrivino merci provenienti da Paesi terzi che non rispettano le stesse regole imposte ai nostri agricoltori”.