I tunisini sono finiti in manette a Perugia: pene comprese tra i tre e i quattro anni di reclusione, oltre a multe tra 800 e 1.200 euro.
Perugia – Sono stati condannati i tre cittadini tunisini arrestati lo scorso anno dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, per una violenta aggressione a sfondo religioso nei confronti di un giovane connazionale, colpevole – secondo gli aggressori – di essersi convertito al cristianesimo. L’episodio risale allo scorso novembre, nel quartiere di Ponte San Giovanni a Perugia. La vittima, un ventottenne tunisino regolare sul territorio italiano, è stata aggredita da tre connazionali mentre passeggiava con un amico. I tre lo hanno prima accusato di “frequentare la chiesa dei cristiani”, poi lo hanno percosso con calci e pugni, sottraendogli anche una catenina d’oro.
Il giovane è riuscito a fuggire e a recarsi in ospedale, dove gli è stata diagnosticata la frattura di una vertebra e lesioni guaribili in 30 giorni. Pochi giorni dopo, uno degli aggressori lo ha minacciato nuovamente in un esercizio pubblico, cercando di costringerlo a ritirare la denuncia e a smettere di frequentare la chiesa cattolica. Di fronte al rifiuto del giovane, l’uomo ha reagito strattonandolo e minacciandolo di morte, ma la vittima è riuscita a divincolarsi e a chiedere l’intervento della Polizia.
Le indagini della Digos di Perugia hanno permesso di identificare i tre aggressori e confermare che il movente dell’aggressione fosse legato alla conversione religiosa della vittima, che da mesi frequentava una parrocchia cittadina. Il GIP del Tribunale di Perugia ha condannato i tre imputati a pene comprese tra i tre e i quattro anni di reclusione, oltre a multe tra 800 e 1.200 euro. È stata inoltre disposta: l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, l’espulsione dal territorio nazionale al termine della pena, e l’obbligo di risarcire i danni alla parte civile. Un caso grave che ha portato alla luce un episodio di intolleranza religiosa e violenza, prontamente contrastato dalle forze dell’ordine e dall’autorità giudiziaria.