Aggiornata la terminologia per indicare le persone disabili: le nuove direttive del ministero

Sottolineato il concetto e l’espressione di “persona” che, come recita la Costituzione, è soggetto attivo della comunità, portatore di dignità umana, di diritti e di doveri.

Roma – Il Ministero della Disabilità ha aggiornato la terminologia alla quale occorrerà conformarsi nella comunicazione e nell’attività amministrativa nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone con disabilità.

Nella nota inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ufficio di gabinetto del Ministero della Disabilità, sono indicate le nuove espressioni da utilizzare per indicare le persone disabili. Al termine “handicappato,” che metteva in evidenza il difetto e l’ostacolo, nel tempo è stato sostituito con “soggetto in situazione di handicap”, poi con “soggetto diversamente abile, diversabile, disabile”, cercando di dare attenzione alla persona e alla diversità nelle manifestazioni di abilità.

Nell’articolo 4 del decreto legislativo 62/2024 sono indicate le diciture da usare: “persona con disabilità” oppure “in condizione di disabilità” e, per chi ha necessità di sostegno, si adoperano i termini: elevato, molto elevato, intensivo a seconda della gravità.

Ancora una volta viene sottolineato il concetto e l’espressione di “persona” che, come recita la Costituzione, è soggetto attivo della comunità, portatore di dignità umana, di diritti e di doveri. La centralità dello studente, valore guida della comunità scolastica, dovrà trovare adeguato spazio e rinforzo nella società e nella comunità cittadina.

A scuola, il preside Capodanno, che ha dedicato tutta la sua vita professionale alla “scuola per tutti” e all’integrazione dei disabili, ci ha consegnato un’espressione carica di umanità e di attenzione pedagogica. Gli alunni che allora venivano definiti “handicappati” li indicava, senza etichette, con saggezza e amorevolezza educativa come “alunni bisognosi di particolari attenzioni”.

La società di oggi è chiamata ad essere protagonista di un cambio di passo epocale: oltre a una terminologia rispettosa dei diritti e della dignità delle persone con disabilità, occorre superare e contrastare le manifestazioni che oscillano tra pietismo ed eroismo, e guardare alle abilità delle persone, non a quella che, al massimo, possiamo considerare una loro caratteristica.

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