L’uomo ha confermato che la figlia era solita passeggiare la sera anche per per perdere peso. Ha poi escluso che avesse delle preoccupazioni.
Terno d’Isola (Bergamo) – Proseguono nel più stretto riserbo degli inquirenti le indagini per dare un nome e un volto al killer che nella notte tra lunedì e martedì, poco prima dell’una, ha aggredito e ucciso la 33enne Sharon Verzeni, colpendola con almeno sei coltellate. La donna, originaria di Bottanuco, ha fatto in tempo a chiamare i soccorsi, ma è morta dopo il ricovero in ospedale, Quando è stata assalita il fidanzato era in casa, lo avrebbero svegliato i carabinieri che indagano sull’aggressione e per il momento non escludono nessuna pista.
La vittima era solita uscire di casa da sola prima di andare a dormire a passeggiare. Lo ha confermato al Corriere della Sera on line il padre Bruno, rientrato immediatamente con la moglie dalle ferie appena saputo dell’aggressione.
“Usciva tardi per il caldo, quasi sempre con il compagno, e facevano il solito giro, quattro passi per prendere un po’ di fresco – ha spiegato il padre -. Lei lo faceva anche per cercare di dimagrire, perché la dietologa le aveva detto di diminuire di peso”. Questa volta però il compagno Sergio Ruocco, che Verzeni definisce “un ragazzo splendido”, non la ha accompagnata, anzi non si è nemmeno accorto che fosse uscita.
“Avevano cenato insieme, ma poi lui era stanco ed è andato a dormire. Non si è reso conto che Sharon fosse uscita. Deve avere portato fuori la spazzatura e poi – ipotizzato il padre – deve essersi incamminata per fare una passeggiata, non so poi cosa è accaduto. Lo hanno svegliato i carabinieri e per quanto ci riguarda è un ragazzo splendido”. Sharon, ha aggiunto, non aveva preoccupazioni, si trovava bene al lavoro in una pasticceria di Brembate, non c’era qualcuno che ce l’avesse con lei.
Aveva un appuntamento? È stata aggredita da un balordo? Gli inquirenti stanno vagliando le immagini delle telecamere in zona e raccogliendo il maggior numero di informazioni che riguardano la vittima, partendo da parenti, amici, colleghi di lavoro, per poi passare ai residenti nella zona dell’omicidio. Tutto ciò che serve a ricostruire il vissuto di Sharon, potrebbe fornire spunti interessanti. Come anche la casa dove la donna viveva con il compagno. L‘appartamento è sotto sequestro, per preservare tutto così come si trovava al momento della morte di Sharon. Altri elementi utili alle indagini dovrebbero arrivare dall’autopsia, cui la vittima verrà sottoposta nei prossimi giorni, esame che potrà chiarire il numero esatto e la profondità dei fendenti con cui è stata ferita, oltre a definire quali e quanti ne abbiano causato la morte.