Mattia Patti, 20 anni, era finito in carcere il 5 aprile dopo aver ferito la vittima con un coltellino svizzero mentre cercava di strozzare la donna.
Palermo – Mattia Massimo Patti, 20 anni, era finito in carcere il 5 aprile dopo aver ferito il padre con un coltellino svizzero mentre cercava di strozzare la madre, nella loro casa di Carini. Il giudice ha ritenuto che non si sia trattato di un tentativo di omicidio, ma di lesioni aggravate. Per il gip Rosario Di Gioia, il 20enne non avrebbe però effettivamente tentato di uccidere l’uomo, nella loro casa di via Vespucci, a Carini, ma piuttosto messo in atto “un’azione maldestra, dettata dall’impeto incontrollato e dall’ira accecante, e dunque di una casualità di colpi nel contesto litigioso determinatosi tra i congiunti, con la vittima che presumibilmente si dimenava e si difendeva”. Anche per questo ha deciso di derubricare l’accusa in lesioni aggravate e ha concesso gli arresti domiciliati al giovane.
La Procura aveva chiesto la conferma di questa misura cautelare, ma il gip ha in parte accolto le tesi del difensore dell’indagato, l’avvocato Leonardo Naimo. Naturalmente – visti i rapporti tesi in famiglia – il ragazzo dovrà stare recluso in un’abitazione diversa da quella in cui vivono la madre e il compagno.