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Abusi su sette studentesse minorenni, preside arrestato nel Catanese

Ai domiciliari il dirigente scolastico di un liceo di Grammichele. Le violenze sarebbero avvenute nel suo ufficio. Indagini avviate dopo la denuncia di una ragazza, poi emerse altre sei vittime.

Catania – I carabinieri hanno posto agli arresti domiciliari il preside di un liceo di Grammichele al quale la Procura di Caltagirone contesta le accuse di violenza e tentata violenza sessuale, non solo nei confronti della giovane che ha denunciato, ma anche nei confronti di altre sei ragazze.

Le indagini, condotte dai militari di Grammichele sono scaturite dalla querela sporta, nel mese di
maggio, da una studentessa di 15 anni di un istituto scolastico del paese. La giovane descriveva di aver subito, da parte del proprio dirigente scolastico, soprattutto nel corso di reiterate convocazioni presso l’ufficio di presidenza, delle attenzioni simili ad un corteggiamento ricco di epiteti amorevoli, abbracci, “like” su alcune foto dalla stessa pubblicate sul proprio profilo Instagram; a convincerla a denunciare le molestie è stato l’ultimo episodio, quando il preside, dopo averla chiamata nel suo ufficio ed aver chiuso la porta, le avrebbe chiesto dei “bacini”, proponendosi altresì di darle dei “morsi”, baciandola poi sul collo, non riuscendo sulla bocca, solo grazie alle resistenze opposte dalla ragazza.

Quanto denunciato dalla giovane ha dato avvio d’urgenza alle indagini che hanno consentito di ricostruire un quadro più ampio, nel quale altre studentesse minorenni avrebbero patito avances simili a quelle narrate dalla denunciante. Infatti, i carabinieri hanno ascoltato sei giovani ragazze con l’ausilio di un esperto in
psicologia, ognuna delle quali ha raccontato le molestie subite dal preside. Grazie a queste testimonianze, è stato delineato il contestato modus operandi dell’arrestato, il quale avrebbe convocato le studentesse nel proprio ufficio, creando una situazione di intimità con le minori, con il pretesto di discutere del loro rendimento scolastico.

Una volta soli, diceva loro che le avrebbe “sculacciate” se non avessero studiato o che le avrebbe “prese a morsi”, attuando tentativi di approccio con abbracci, pacche sul sedere, toccamenti di zone erogene come i fianchi o carezze sui ventri nudi. In due circostanze, inoltre, l’uomo si sarebbe spinto nello strusciare, durante un abbraccio, la mano della minore contro le sue parti intime, nonché avrebbe posato le sue dite sulle labbra della studentessa dopo averle lui stesso baciate.

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