Sembra uscita da un romanzo, fortunatamente a lieto fine, la storia conclusasi a bordo di un treno diretto a Brescia. Protagonisti Filippo Consoli, Nicoletta Piccoli e, suo malgrado, Aleksander Mateusz Chomiak, ora in carcere.
Roma – Sta meglio ed é stata dimessa da qualche giorno dal policlinico Umberto I di Roma dove era ricoverata dal 31 dicembre, Abigail Dresner, la giovane israeliana di 24 anni accoltellata alla stazione Termini da Aleksander Mateusz Chomiak, il coetaneo polacco senza fissa dimora arrestato a Milano da marito e moglie carabinieri.
La ragazza, dopo la terribile esperienza vissuta la notte di fine anno, tornerà a Tel Aviv ma il ricordo di quanto accaduto nella centralissima stazione capitolina difficilmente potrà abbandonarla. Abigail era giunta a Roma per trovare un’amica che studia presso il locale ateneo statale. Nel pomeriggio dell‘ultimo dell’anno la giovane si era recata presso lo scalo ferroviario per acquistare un biglietto per il bus navetta che, il giorno dopo, l’avrebbe accompagnata a Fiumicino dove si sarebbe imbarcata su un aereo diretto in Israele.
Mentre Abigail armeggiava con la macchinetta dei ticket alle sue spalle si sarebbe avvicinato Aleksander che le avrebbe vibrato un primo colpo di coltello. La ragazza si sarebbe girata d’istinto e nel tentativo di difendersi sarebbe stata raggiunta da altre due coltellate all’addome. La giovane avrebbe tentato di allontanarsi cercando di tamponarsi le ferite mentre il clochard polacco fuggiva in direzione dell’uscita nascondendo in un sacco di plastica azzurra il coltellaccio insanguinato. La giovane israeliana sarebbe stata immediatamente soccorsa da Polfer e personale di pronto soccorso e accompagnata al policlinico Umberto I dove i medici le diagnosticavano diverse ferite. Quella più grave al fegato, che le avrebbe lacerato l’organo.
Grazie alle registrazioni video gli investigatori risalivano al senza fissa dimora, che sarebbe arrivato in Italia nell’aprile dell’anno scorso con un precedente di polizia per furto nel Paese d’origine. Il giovane avrebbe vissuto da allora rapinando diverse persone e pare sia anche implicato in un episodio di stupro. Aleksander faceva perdere le tracce, ma si materializzava a Milano dove una coppia di carabinieri, sposati da qualche anno, lo avrebbero riconosciuto e bloccato consegnandolo successivamente ai colleghi per il fermo di polizia giudiziaria.
Il polacco, accusato di tentato omicidio, era salito a bordo del treno per Brescia dove viaggiavano anche i due militari. Filippo Consoli, 36 anni, vicebrigadiere in servizio presso la caserma Montebello, e la moglie Nicoletta Piccoli di 37, che lavora in infermeria nella stessa caserma, stavano tornando a Iseo, paese dove vivono con le due figlie. I due, liberi dal servizio, riconoscevano il giovane ricercato che indossava ancora il suo inseparabile berretto nero con visiera, lo stesso che teneva sul capo la sera dell’accoltellamento.
Con quel copricapo e quelle inconfondibili scarpe rosse il giovane, seduto a qualche decina di centimetri dai due coniugi carabinieri, corrispondeva esattamente a quello riprodotto nella foto segnaletica diramata a tutte le pattuglie nei giorni successivi al ferimento della ragazza israeliana. Con grande sangue freddo Filippo teneva d’occhio il ricercato, mentre Nicoletta avvisava il capotreno. Quando il ragazzo si accorgeva di essere stato riconosciuto scendeva di fretta dal mezzo, ma veniva bloccato dai due carabinieri e dagli agenti della Polfer nel frattempo intervenuti in forze.
Aleksander Mateusz Chomiak veniva dunque catturato e rinchiuso in carcere in attesa di giudizio, mentre la coppia si meritava un giusto e sacrosanto riconoscimento da parte delle istituzioni e dei vertici dell’Arma:
”Non ha opposto resistenza – racconta il sottufficiale – quando gli ho mostrato il fermo immagine del video delle telecamere di videosorveglianza di Termini che lo ritraeva frontalmente, chiedendogli se fosse lui, mi ha fatto un cenno di assenso. Gli ho bloccato il braccio destro, fortunatamente era nella tasca destra che ho trovato le armi da taglio, da lì gli ho fatto mettere le manette“.
Nicoletta, originaria di San Salvo, in provincia di Chieti, ha ricevuto il plauso del suo sindaco:
“A nome di tutta la cittadinanza sansalvese – ha detto la prima cittadina Emanuela De Nicolis – sento l’obbligo di complimentarmi con Nicoletta Piccoli e con suo marito Filippo Consoli per aver individuato prima e proceduto poi a bloccare l’accoltellatore della stazione Termini”.