Nell’esercizio di voto attivo e passivo i ragazzi traducono in pratica “politica” le lezioni di Educazione civica, che diventano concreta ricerca del bene comune.
Roma – L’educazione civica rappresenta una sfida educativa che, nel dialogo quotidiano tra docenti e studenti, interessa tutti gli insegnamenti di una “scuola costituzionale”, in prima linea nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili.
Questo messaggio del Ministro Valditara, ad apertura del nuovo anno scolastico, pone al centro dell’azione didattica l’Educazione Civica, unica disciplina che porta ancora la denominazione di “Educazione”, termine che negli anni passati connotava tutte le materie scolastiche, convergenti nell’azione educativa e formativa dello studente, che si prepara ad essere “cittadino” attivo e responsabile al termine del percorso.
La scuola, che tende alla formazione integrale della persona, studente e cittadino, attiva un percorso didattico e formativo che non si limita alle sole conoscenze, ma si concretizza attraverso l’imparare facendo. Proprio seguendo questa strategia di apprendimento è stato attivato da 35 anni in tante scuole e regioni d’Italia il progetto del “Consiglio comunale dei Ragazzi”.
Nel dossier delle Linee guida per l’anno scolastico 2024-2025 vengono tratteggiati i riferimenti valoriali, i principi fondamentali dell’Educazione civica, le proposte e le indicazioni metodologiche per i diversi segmenti scolastici, in relazione ai tre nuclei concettuali: Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale.
Il traguardo per lo sviluppo delle competenze sul tema “Costituzione” per il Primo ciclo di istruzione recita: “Sviluppare atteggiamenti e adottare comportamenti fondati sul rispetto di ogni persona, sulla responsabilità individuale, sulla legalità, sulla consapevolezza di appartenenza ad una comunità, sulla partecipazione e sulla solidarietà, sostenuti dalla conoscenza della Carta Costituzionale, dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione Internazionale dei Diritti umani”.
Tra le indicazioni proposte per conseguire tali obiettivi, si esplicita a pagina 10 l’attivazione del Consiglio Comunale dei ragazzi, lezione di Educazione civica applicata, palestra di democrazia e di partecipazione.
Negli Istituti comprensivi vengono coinvolti come elettorato passivo gli alunni delle classi quinte elementari e seconde medie. Si svolgono nelle classi le elezioni primarie per individuare i candidati, si preparano le liste con motti e programmi, si svolgono i “comizi” per socializzare le proposte e tutti gli studenti della scuola secondaria di primo grado e i bambini di quarta e quinta primaria, come “elettorato attivo”, vivono l’esperienza del voto, esercitando il diritto-dovere di votare.
Questa esperienza, vissuta a scuola, lascia un segno nella formazione degli studenti, i quali si sentono protagonisti attivi nella “scuola-piccola città”. Viene eletto il sindaco, i consiglieri, gli assessori ed insieme “ricercano il miglior bene” della comunità scolastica. Nella cerimonia di insediamento del Consiglio dei Ragazzi, quasi sempre presso la sala del Consiglio Comunale della Città, il sindaco dei ragazzi, dopo aver giurato con la mano sulla Costituzione e baciato la bandiera, indossa la fascia tricolore ed insieme agli assessori e ai consiglieri si impegna a “collaborare per la crescita sociale e civile della comunità scolastica e cittadina”.
Nel corso dell’anno progettano e realizzano attività sportive, tornei, gare, mostre, fiere, feste, per rendere la scuola viva e bella. Se le attività vengono proposte dai ragazzi e da essi stessi messe in atto, è già garantito il successo e si registra l’efficacia di un reale apprendimento, attraverso la modifica dei comportamenti e del modo di pensare, di sentire e di agire.
L’Educazione civica non resta così soltanto una “lezione”, ma si traduce in azione e in stile di vita, nella costante “ricerca del bene comune”.
L’esperienza vissuta dai ragazzi sindaci, i quali hanno avuto anche l’opportunità di visite istituzionali alla Camera, al Senato, alla Regione, e di incontrarsi con altri Ragazzi sindaci nei raduni nazionali, traccia un segno indelebile. Nelle scuole superiori sono attivi nelle consulte degli studenti e diversi ex ragazzi sindaci sono diventati consiglieri, assessori e sindaci, portando dentro la cultura della sana politica.
Anche Giulio Regeni, ucciso in Egitto il 25 gennaio del 2016, da studente è stato sindaco dei Ragazzi di Fiumicello e viene ricordato per la coerenza del suo impegno civico.