Dopo l’archiviazione del caso la famiglia della vittima si è rivolta alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, organo giurisdizionale internazionale, per invocare un provvedimento che imponga all’Italia di riaprire l’inchiesta. L’iter è ancora in corso ed al caso giudiziario è stato assegnato il numero di trattazione, che fa ben sperare. La Corte europea ha chiesto allo Stato italiano una memoria dei fatti e le relative osservazioni.
Roma – Tony Drago, 25 anni, siciliano di Siracusa, militare dei Lancieri di Montebello, veniva ritrovato cadavere nel piazzale della caserma Sabatini il 6 Luglio del 2014. Il giovane si sarebbe lanciato da un’altezza di 11 metri rovinando mortalmente sul selciato del presidio. Inutili tutti i soccorsi perché nel micidiale impatto il soldato sarebbe morto sul colpo.
Subito dopo la tragedia si era parlato frettolosamente di suicidio per una presunta delusione amorosa e la versione, resa dalle stesse autorità militari, era stata diramata alla stampa e la triste vicenda sembrava caduta nell’oblio come spesso accade negli ambienti in grigioverde.
Le ferite riscontrate sul corpo di Drago, però, lasciavano adito a molti dubbi dunque quel ragazzone grande e grosso oltre che generoso e determinato non sarebbe affatto salito su una sedia per poi gettarsi nel vuoto dal secondo piano della caserma:
”… I periti hanno escluso che Tony sia morto in seguito alla caduta dalla finestra – aveva detto durante l’incidente probatorio l’avvocato Dario Riccioli, legale della famiglia Drago – l’ipotesi del suicidio, a loro giudizio, è incompatibile con la perizia cinematica di Federico Boffi, funzionario della Polizia Scientifica, esperto della dinamica della scena del crimine. Ed è inoltre incompatibile con tracce di più traumi riscontrate sul corpo del povero Tony che, cadendo da quell’altezza, non poteva finire a circa cinque metri dal muro perimetrale dove è stato trovato… Il professore Paolo Procaccianti, medico legale incaricato dal Gip, avrebbe inoltre rilevato che l’enfisema polmonare riscontrato ovvero la fame d’aria dallo stesso avvertita prima di morire è incompatibile con la morte istantanea derivante dalla precipitazione…”.
Dunque non suicidio ma omicidio volontario a prendere per buone le perizie. Nel frattempo la Procura militare (PM dottor Piero Galanti) procedeva nei confronti di otto militari indagati che sulle prime avrebbero dovuto rispondere di concorso colposo in delitto doloso commesso da soggetti rimasti ignoti. Insomma per motivi non noti Tony Drago sarebbe venuto in contrasto con alcuni commilitoni che, forse al termine di un litigio, l’avrebbero prima ucciso, preso di forza e lanciato dalla finestra per poi abbandonarlo vicino al muro di cinta ancora agonizzante, Vero o falso?
”… Qualora la Procura ordinaria continuasse a non decidere sulle sorti del procedimento in cui sono indagati 8 militari per omicidio – aggiungeva l’avvocato Riccioli dopo il perdurare del silenzio da parte dell’autorità giudiziaria – ho già chiesto formalmente la chiusura delle indagini al procuratore della Repubblica di Roma. Se la mia richiesta non dovesse avere risposta chiederò al Procuratore Generale di assumere titolarità delle indagini per il mancato esercizio dell’azione penale da parte del Procuratore ordinario…“.
Perché tutti questi ritardi? Dopo un ulteriore silenzio durato alcuni mesi l’avvocato Dario Riccioli del Foro di Catania depositava presso la Procura Generale della Corte d’Appello di Roma la richiesta di avocazione delle indagini per il mancato esercizio dell’azione penale da parte della Procura della Repubblica.
Le speranze dunque si erano riaccese da parte della famiglia delle vittima ma dopo un altro paio di mesi il Giudice per le indagini preliminari decideva di archiviare il procedimento nella convinzione che “le zone d’ombra non investigate” sarebbero adesso di “difficile accertamento”. La chiusura del fascicolo però non fermava la ferrea volontà di conoscere la verità da parte di Rosaria Intranuovo, mamma del militare scomparso, che si rivolgeva alla Cedu di Strasburgo per ottenere giustizia.
Le analogie con la morte di Emanuele Scieri, 26 anni, il parà della Folgore ritrovato cadavere il 16 agosto del 1999 sono davvero numerose. Scieri era stato rinvenuto senza vita sotto un tavolino ai piedi della torre usata per asciugare i paracadute e inizialmente era stato dichiarato morto per cause accidentali.
Dopo 23 anni, finalmente, è cominciato il processo in Corte d’Assise per la morte dell’allievo parà della caserma Gamerra di Pisa. Oltre alla decisione di tenere l’Avvocatura dello Stato all’interno del procedimento a nome del Ministero della Difesa, nella qualità di responsabile civile, è stata fatta anche la calendarizzazione delle prossime udienze. La seconda, dopo quella tecnica del 4 aprile scorso, si terrà il prossimo 7 maggio 2022 e contestualmente è stata presentata anche una prima lista di circa 100 testimoni.
Anche in questo caso si era parlato di nonnismo e di prove fisiche ai limiti della sopravvivenza. Chi non era d’accordo subiva le punizioni violente dei nonni. L’anno scorso la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha chiesto all’Italia la presentazione di una memoria dei fatti che avrebbero portato a morte Tony Drago.
Il documento doveva essere presentato ai magistrati di Strasburgo entro la fine di Gennaio 2022 onde permettere alla Cedu di incardinare il procedimento, a cui già è stato assegnato il numero di trattazione del caso, che potrebbe sfociare nell’accoglimento dell’istanza presentata dai familiari della vittima. In questo caso l’inchiesta verrebbe riaperta. Tony come Lele? Chi ha ucciso il militare della caserma Sabatini?