La pellicola rappresenta il Bel Paese nella selezione per il miglior film internazionale nella corsa agli Oscar dell’anno prossimo. Magistrale interpretazione di Toni Servillo e del giovane protagonista Filippo Scotti.
Milano – Presentato con successo all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. La pellicola rappresenta l’Italia nella selezione per il miglior film internazionale nella corsa agli Oscar del 2022. Il film ha già vinto il Gran Premio della giuria all’ultima Mostra di Venezia e al giovane protagonista, Filippo Scotti, è stato assegnato il premio Marcello Mastroianni.
Il film è diviso in due parti. Nella prima si naviga sereni, inconsapevoli di cosa riserverà il futuro. Fabietto, l’alter ego di Sorrentino, cresce tra le battute del padre, l’immarcescibile Toni Servillo, le boutades della madre che si diletta di scherzi telefonici con le vicine, un fratello maggiore che lo porta ai casting di Fellini, una sorella apparentemente sempre in bagno. Felliniana è la presenza costante di tanti personaggi nella Napoli anni ’80 del regista campano.
Nella seconda parte cala un pesante sipario su quella spensieratezza. La morte dei genitori è un trauma che accompagnerà per sempre il regista. Il giovane seguirà, contro il parere di tutti, il sogno del cinema per arrivare a raccontarci oggi la sua storia. “La mano di Dio” vede un Sorrentino ripiegato su sé stesso e la sua vicenda personale. La pellicola intimista è molto diversa da “La grande bellezza” che ha reso Sorrentino famoso in tutto il mondo.
Il film concorrerà alla short list dei quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy. I titoli diventeranno cinque l’8 febbraio 2022 e la notte degli Oscar si terrà a Los Angeles il 27 marzo 2022. A Maradona, suo idolo calcistico, a cui aveva dedicato il premio per “La grande bellezza”, Sorrentino attribuisce a questo film parte della sua salvezza.
Per vedere una partita di Maradona Fabietto rinuncerà a raggiungere i genitori a Roccaraso dove sfortunatamente moriranno per una fuga di monossido di carbonio. Oppure, visto il titolo del film, forse la mano di Dio aveva guidato il padre a regalare al giovane ragazzo l’abbonamento allo stadio. Costruito con una semplicità che mira dritta al cuore “…Non me li hanno fatti vedere…”, dice Fabietto nella struggente scena dell’ospedale, riferendosi all’addio mancato ai suoi genitori, che tormenta il regista ancora oggi.
Finalmente con questo film parzialmente autobiografico Sorrentino ci consente di posare lo sguardo sulla sua figura di uomo, sinora velata ed enigmatica, che lo ha caratterizzato. Il regista si mette a nudo sul grande schermo con questa trama dolorosa e intima. Se il compito del cinema è condividere con il pubblico la consapevolezza di essere vivi, di poter sognare e far sognare, Sorrentino ha già vinto l’Oscar nei nostri cuori.