Riforma Corte dei Conti, è scontro: “Così si incentiva lo sperpero”

Magistrati e procuratori contro le nuove norme: risarcimenti ridotti fino al 70% e tetto massimo legato allo stipendio. Gratteri: “Messaggio devastante”.

La recente riforma della Corte dei Conti sta sollevando un acceso dibattito nel mondo della giustizia e delle istituzioni. Le modifiche introdotte ridisegnano in modo significativo il sistema di responsabilità per danno erariale, limitando gli obblighi risarcitori di amministratori e dipendenti pubblici.

Tra i punti più discussi figura la possibilità di abbattere fino al 70% l’importo del risarcimento dovuto in caso di colpa grave: in pratica, chi causa un danno di un milione di euro alle casse dello Stato potrebbe essere tenuto a restituire soltanto 300mila euro.

La normativa introduce anche un limite massimo al risarcimento, che non potrà superare l’equivalente di due anni di retribuzione del responsabile. Inoltre, viene stabilito che la prescrizione si applica dopo cinque anni, anche qualora il danno venga individuato in un momento successivo, fatta eccezione per i casi in cui vi sia stata un’attiva opera di occultamento intenzionale.

Le modifiche hanno suscitato forte preoccupazione tra i magistrati contabili e autorevoli esponenti della magistratura. Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, ha espresso una dura critica nel corso di un’intervista a Report: secondo il magistrato, gli amministratori temevano maggiormente la Corte dei Conti rispetto alla Procura proprio per la sua capacità di incidere sul patrimonio personale. Con questa riforma, ha affermato, si proteggerebbero i centri di potere, favorendo di fatto uno spreco delle risorse pubbliche gestite come se fossero private, con un messaggio che definisce “devastante”.

Anche Fernando Gallone, viceprocuratore generale della Corte dei Conti in Puglia, ha manifestato serie perplessità: a suo avviso, la riforma potrebbe aumentare i rischi di fenomeni corruttivi, dal momento che un funzionario poco onesto potrebbe assegnare appalti senza procedura di gara sapendo di rischiare somme facilmente recuperabili, nell’ordine di 40mila euro.

L’efficacia dell’azione della magistratura contabile è testimoniata da diversi episodi concreti: il centro oncologico pediatrico di Trento, completato ma mai utilizzato dal 2014, è entrato in funzione l’anno successivo proprio grazie all’intervento della Corte. Analogamente, tre stazioni ferroviarie nella bergamasca, costruite ma mai attivate, sono state finalmente aperte in seguito all’azione congiunta della Corte e della Guardia di Finanza.

Paolo Evangelista, procuratore regionale per la Lombardia, ha sottolineato come il loro operato rappresenti un servizio alla collettività. Antonio Giuseppone, omologo in Campania, ha evidenziato la funzione preventiva di questo controllo, definendolo un deterrente efficace contro gli sprechi ancora prima che si verifichino. Un ruolo che, secondo i critici della riforma, rischia ora di essere significativamente indebolito.