Smantellata la rete di Boyun: quattro arresti per terrorismo e traffici internazionali

Le indagini sull’organizzazione del boss curdo proseguono senza sosta. Uno dei fermati era già in carcere con mandato internazionale.

Milano – Le forze dell’ordine hanno eseguito quattro nuove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini turchi sospettati di far parte della rete criminale guidata da Baris Boyun, il boss della mafia turca già detenuto in regime di massima sicurezza al 41bis. L’operazione rappresenta un ulteriore tassello dell’inchiesta coordinata dalla Pm Bruna Albertini che aveva già portato all’arresto di 19 persone.

Il procuratore di Milano Marcello Viola ha comunicato che le accuse a carico degli indagati sono di estrema gravità: si va dalla partecipazione a banda armata con finalità di terrorismo all’associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità. Il quadro accusatorio comprende inoltre traffico internazionale di armi e stupefacenti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omicidi, stragi, riciclaggio e falsificazione di documenti.

Uno dei quattro fermati si trovava già in carcere, colpito da un mandato d’arresto internazionale, ed è proprio su di lui che gravano le imputazioni più pesanti. Gli altri tre sono stati arrestati nel corso dell’operazione condotta dal SISCO di Milano, dalla Squadra Mobile di Como e dallo SCO di Roma.

L’attività investigativa ha fatto emergere il ruolo di questi soggetti all’interno dell’organizzazione, occupandosi principalmente di traffico d’armi, narcotraffico e gestione dei flussi migratori clandestini. I quattro erano costantemente in movimento tra l’Italia e altri Stati europei, cercando di sfuggire ai controlli.

L’operazione di cattura ha visto impegnati circa 50 agenti delle forze dell’ordine, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma e il supporto delle questure di Viterbo e Pistoia, oltre ai reparti di prevenzione crimine di Lazio e Toscana.

L’inchiesta originaria era partita nell’ottobre 2023, quando tre membri dell’organizzazione erano stati fermati al confine con la Svizzera in possesso di armi e materiale di propaganda. Quella circostanza aveva permesso di scoprire che stavano scortando lo stesso Boyun, che all’epoca si trovava agli arresti domiciliari ma continuava a dirigere le operazioni della sua rete criminale.

Secondo gli inquirenti, l’organizzazione avrebbe pianificato e realizzato numerosi attentati in Turchia e delitti in diversi paesi europei, inclusa la Germania, con l’obiettivo dichiarato di destabilizzare le istituzioni turche e seminare terrore anche in Europa.

Boyun, nato a Istanbul nel 1984 e di origine curda, è stato arrestato a Rimini nel 2022 su richiesta delle autorità turche. La Turchia ne aveva chiesto l’estradizione, ma sia il Tribunale di Bologna che la Corte di Cassazione hanno respinto la domanda, riconoscendo il rischio di torture e maltrattamenti in caso di rimpatrio, sulla base della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.