Crosetto apre alla leva militare

Il ministro della Difesa dopo l’annuncio di Macron: “Dobbiamo ripensare il modello delle nostre forze armate. Serve una riserva per le situazioni di crisi”.

L’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron sul ritorno di un servizio militare volontario in Francia ha riacceso il dibattito anche in Italia. A prendere posizione è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che da Parigi ha lanciato un chiaro messaggio: è arrivato il momento di discutere anche nel nostro Paese di un ripensamento complessivo del modello delle forze armate.

Rispondendo alle domande dei giornalisti sul progetto francese, Crosetto ha posto una questione di fondo: se la visione del futuro prevede minori garanzie di sicurezza, occorre fare una riflessione seria sul numero delle forze armate e sulla riserva che il Paese potrebbe mobilitare in caso di crisi.

Il ministro ha ricordato come, negli ultimi anni, Italia, Germania e Francia abbiano costruito modelli basati sulla riduzione progressiva del personale militare. Scelte figlie di un’epoca diversa, quando lo scenario geopolitico appariva più stabile e le minacce meno pressanti.

Oggi la situazione è radicalmente cambiata. Tutte le nazioni europee stanno mettendo in discussione i modelli costruiti dieci o quindici anni fa, ha sottolineato Crosetto. L’obiettivo comune è aumentare il numero delle forze armate, anche se ogni Paese sta scegliendo la propria strada: alcuni hanno addirittura ripristinato la leva obbligatoria.

Anche l’Italia, secondo il ministro, deve porsi seriamente il problema. Occorre archiviare le scelte passate di riduzione dello strumento militare e lavorare a un suo potenziamento. Non si tratta di una questione ideologica, ma di sicurezza nazionale.

Crosetto ha già le idee chiare sul metodo da seguire. Niente decreti legge o decisioni calate dall’alto. Il ministro ha annunciato l’intenzione di portare in Parlamento un disegno di legge che possa essere discusso, arricchito e integrato dalle forze politiche.

La convinzione è che le regole in materia di difesa debbano essere il più possibile condivise e nascere nel luogo di rappresentazione del popolo per eccellenza.

Il ragionamento del ministro non si limita alla sola questione della leva militare, volontaria o obbligatoria che sia. Si tratta di ripensare l’intera architettura delle forze armate italiane: dal numero degli effettivi alla preparazione, dalla capacità di mobilitazione rapida in caso di emergenza alla creazione di una riserva operativa su cui contare.

L’idea di fondo è che l’Italia non possa permettersi di rimanere ancorata a schemi superati, costruiti in un’epoca in cui le priorità erano diverse. Il contesto internazionale impone scelte coraggiose e lungimiranti, capaci di garantire la sicurezza del Paese nei prossimi decenni.

La traccia che il ministero della Difesa porterà a Montecitorio sarà il punto di partenza per un confronto che si preannuncia lungo e articolato, ma che secondo Crosetto non può più essere rimandato. L’Europa sta cambiando rapidamente, e l’Italia deve essere pronta ad adeguarsi.