Famiglia nel bosco, si muove il governo

Nordio annuncia verifiche sul caso Palmoli mentre il vicepremier denuncia un doppio standard nella tutela dei minori.

Roma – Il caso dei tre bambini allontanati dalla famiglia che viveva in un casolare nei boschi di Palmoli è arrivato fino a Palazzo Chigi. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni hanno discusso della vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, con una petizione che ha superato le 30mila firme. Il governo valuta ora l’invio di ispettori ministeriali per verificare la gestione del procedimento.

Nordio ha definito l’allontanamento dei minori “un atto estremamente doloroso” che richiede “accertamenti profondi”, aggiungendo che al momento è “prematuro fare qualsiasi considerazione procedurale”. Il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto il trasferimento dei tre fratelli – di sei e otto anni – in una comunità protetta a Vasto, dove possono vedere la madre Catherine Birmingham solo in orari prestabiliti. Il padre Nathan Trevallion è rimasto solo nel casolare.

Ben più duro l’intervento del vicepremier Matteo Salvini, che ha parlato di “sequestro indegno, preoccupante e vergognoso”. Il leader della Lega ha annunciato che andrà in Abruzzo la prossima settimana e ha rivolto un avvertimento diretto: “Giudici e assistenti sociali d’Abruzzo non rompano le scatole”.

Ma è sul tema della disparità di trattamento che Salvini ha puntato il dito con maggiore enfasi: “Sono stato nel campo rom di Giugliano la settimana scorsa, con centinaia di bambini in età scolare e non a scuola, sporchi, senza insegnanti. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov’è la Procura, il Tribunale dei minori, lo Stato?” Un’accusa che mette in luce le contraddizioni del sistema di tutela minorile: severissimo con chi sceglie uno stile di vita alternativo ma documentato, praticamente assente in contesti di marginalità consolidata.

L’Associazione Nazionale Magistrati ha risposto alle critiche politiche richiamando “il rispetto del ruolo della giurisdizione” in una vicenda che coinvolge “valori tra i più delicati”. Secondo l’Anm, il provvedimento “si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico” ed è stato assunto “con finalità esclusivamente protettive”.

I magistrati hanno quindi accusato “certa politica” di strumentalizzazioni “in netto contrasto con il rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli e della dignità di tutte le persone coinvolte”.

L’allontanamento è avvenuto venerdì sera con un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Grazie alla mediazione dell’avvocato Giovanni Angelucci, che ha già annunciato il ricorso, l’operazione si è svolta senza particolari complicazioni. Catherine ha potuto accompagnare i figli nella struttura, ma è stata subito separata da loro. “Li ho visti venerdì sera prima che dormissero. Ho fatto colazione con loro, poi l’operatrice mi ha detto: ‘Per favore, vada di sopra’. È la regola”, ha raccontato la donna.

Nathan, rimasto solo con gli animali, ha ventilato l’ipotesi di una rottura definitiva con l’Italia: “Abbiamo un’altra opzione: prendiamo i passaporti, mia moglie con i bambini tornano in Australia e io resto qui a badare agli animali”. Una famiglia che aveva scelto il nostro Paese come casa e che ora valuta l’addio, delusa da uno Stato che – come sottolinea Salvini – sembra applicare metri diversi a seconda di chi ha davanti.