Incidenti in aumento, infrastrutture logore e limiti ignorati: il mix esplosivo che continua a mietere vittime. Servono interventi seri.
Nel 2024 sulle strade italiane si sono verificati 173.364 incidenti con lesioni, con 3.030 morti e 233.853 feriti. Rispetto al 2023 gli incidenti e i feriti sono cresciuti del +4,1%, mentre i decessi sono rimasti sostanzialmente stabili (-0,3%). Il tasso di mortalità è pari a 51,4 morti per milione di abitanti e l’Italia resta nella metà bassa della classifica UE. Il costo sociale stimato supera 18 miliardi di euro (circa l’1% del PIL) solo per i sinistri con lesioni, che diventano 22,6 miliardi includendo i danni a cose.
Quando il meteo fa la differenza
Pioggia intensa, nebbia e neve non “causano” da sole gli incidenti, ma moltiplicano i rischi perché riducono l’aderenza, allungano gli spazi di frenata e tagliano la visibilità utile. Le prime piogge, in particolare, miscelando acqua con residui e oli sull’asfalto, rendono il manto insidioso e facilitano aquaplaning e sbandate; per questo lo stile di guida deve diventare più prudente del normale.
Il Codice della Strada prevede limiti ridotti in caso di pioggia o neve: 110 km/h in autostrada (da 130) e 90 km/h sulle extraurbane principali (da 110). Non è un dettaglio formale: è l’adattamento minimo richiesto per compensare spazi d’arresto più lunghi e visibilità peggiore.
Segnaletica e visibilità: il ruolo dell’infrastruttura
Nelle condizioni di bagnato o scarsa illuminazione la qualità della segnaletica orizzontale e verticale diventa cruciale: marcature ad alta rifrorizzazione, catarifrangenti efficienti e drenaggio efficiente dell’acqua riducono gli errori e i tamponamenti. (Diversi documenti tecnici e industriali sottolineano come la visibilità notturna e sul bagnato incida fortemente sulla sinistrosità, specie su strade extraurbane.)
Sul fronte della manutenzione, il gestore nazionale ANAS ha comunicato per il 2024 la consegna di 702 cantieri di manutenzione programmata e gare bandite per 6,1 miliardi (3,6 miliardi aggiudicati): numeri importanti che indicano un’accelerazione, ma che devono tradursi in pavimentazioni più drenanti, giunti e barriere in efficienza, gallerie ispezionate e illuminate.
Dove e come succedono gli incidenti
Il 2024 ha visto crescere incidenti tra veicoli, feriti e vittime sulle autostrade (+7,1% di morti), segno che traffico più intenso e velocità elevate, combinati con pioggia e visibilità variabile, sono un mix delicato. In parallelo, il rapporto ISTAT conferma che distrazione, mancato rispetto della precedenza e velocità troppo elevata restano i comportamenti più frequenti tra le cause (37,8% dei casi).
Prevenzione: 12 mosse concrete
- Adegua la velocità al meteo. Con pioggia/neve rispetta i limiti ridotti (110/90 km/h) e, in caso di scrosci intensi o nebbia fitta, scendi ben sotto tali valori. L’obiettivo è vedere, essere visti e poter fermarsi in tempo.
- Raddoppia la distanza di sicurezza. Sul bagnato gli spazi di frenata si allungano: tenere margine significa evitare tamponamenti a catena.
- Pneumatici giusti e in stato perfetto. Battistrada sopra i limiti di legge, pressione corretta (controllala “a freddo”) e, in stagione, gomme invernali o 4 stagioni omologate. Pioggia = rischio aquaplaning: il primo “filtro di sicurezza” è il pneumatico.
- Spazzole tergi e lavavetri efficienti. La visibilità degrada rapidamente con pioggia e spray; spazzole usurate vanno sostituite prima dell’autunno.
- Luci corrette (e pulite). Anabbaglianti su pioggia/nebbia leggera; fendinebbia solo quando serve (per non abbagliare).
- Mantieni meccanica e freni in ordine. Ridurre attriti indesiderati e scricchiolii non è solo comfort: componenti che lavorano bene reagiscono meglio in emergenza. Nell’ordinario, usa grasso lubrificante multiuso per ridurre attrito e usura dei componenti su cerniere, leve, cavetterie e — per i motociclisti e ciclisti — catene e snodi (seguendo il manuale d’uso).
- Pianifica il viaggio con il meteo. Se è prevista una cella temporalesca, anticipa/posticipa la partenza o scegli percorsi più sicuri (meno gallerie lunghe, meno tratti esposti a allagamenti).
- Evita sorpassi “a vista corta”. Spray d’acqua e foschia riducono il campo visivo; sorpassare camion o autobus può “accecarti” per secondi preziosi.
- In caso di nebbia: velocità costante e moderata, niente abbaglianti, attenzione alle corsie di emergenza. La Polizia di Stato ricorda di mantenere andatura regolare e prevedibile, senza frenate brusche.
- Cruise control con giudizio. Con pioggia intensa disattivalo: serve sensibilità sul pedale per evitare perdite d’aderenza.
- Smartphone a distanza. La distrazione (anche “solo” il navigatore impostato al volo) resta un fattore decisivo nella casistica europea; imposta la rotta prima di partire.
- Per i gestori stradali e i Comuni. Priorità a ripristini strutturali, tappeti drenanti, segnaletica ad alta rifrorizzazione e pulizia regolare delle caditoie: sono interventi che riducono le criticità tipiche del maltempo e della notte.
Usura delle strade: una vulnerabilità (troppo) nota
Buche, fessurazioni, giunti danneggiati e segnaletica scolorita sono amplificatori di rischio quando piove o la visibilità crolla. Le cronache locali e i focus tecnici ricordano come la carenza di controlli e manutenzione a livello municipale crei forti disparità territoriali: l’efficacia delle grandi reti (ANAS, concessionarie) non sempre è replicata sulle strade urbane. Serve una programmazione pluriennale, con indicatori pubblici di stato e di performance, non solo “interventi tampone”.
Istituzioni indispensabili e responsabilità personale
Per ridurre davvero morti e feriti servono scelte strutturali: manutenzione programmata, standard di segnaletica “visibile anche sul bagnato”, controlli mirati su velocità e distrazione, e investimenti dove i dati dicono che il rischio è più alto (autostrade e extraurbane in primis). Ma l’azione pubblica – pure necessaria e misurabile – non basta.
Ogni guidatore, motociclista o ciclista ha un margine enorme di prevenzione: velocità adeguata, distanza di sicurezza, veicolo (o bici) in ordine, dotazioni corrette, e cura della visibilità. È un interesse personale prima ancora che un dovere civico: protegge noi, chi viaggia con noi e chi incontriamo sulla strada. I numeri del 2024 lo dimostrano, e il 2025 non deve ripetere lo stesso copione.