Sentenza confermata anche dalla Corte d’Assise: per l’accusa non fu legittima difesa ma vendetta.
Asti – Nel processo d’appello a carico di Mario Roggero, il gioielliere condannato a 17 anni per l’uccisione di due rapinatori e il ferimento di un terzo durante l’assalto alla sua gioielleria il 28 aprile 2021, l’avvocato generale Giancarlo Avenati Bassi ha ribadito la linea dell’accusa: “La giustizia non può trasformarsi in far west”.
Secondo la Procura, non si è trattato di legittima difesa. “Quando il pericolo è cessato, si chiama la polizia. Non si diventa poliziotto, giudice e boia”, ha sottolineato Avenati Bassi, ricordando come le perizie abbiano escluso disturbi psichici o traumi tali da giustificare l’azione del gioielliere.
Il pubblico ministero Davide Greco, già titolare dell’accusa in primo grado, ha riproposto in aula i filmati e le registrazioni delle chiamate al 112, evidenziando che Roggero sarebbe uscito dall’esercizio con l’arma in pugno e avrebbe sparato con l’intento di uccidere. “Non difesa ma vendetta”, ha affermato.

La condanna inflitta nel dicembre 2023 dalla Corte d’Assise di Asti è stata dunque confermata. Alla richiesta di conferma della pena era presente anche il procuratore generale Lucia Musti.