Dopo 31 anni si cerca sotto l’ex villa di Nicoletti, cassiere della Magliana. L’ex giudice Muntoni ha chiesto di far ripartire le ricerche sul magistrato scomparso nel 1994.
Roma – Possibile svolta nelle indagini sulla scomparsa di Paolo Adinolfi, il magistrato romano sparito nel nulla 31 anni fa. Da questa mattina sono in corso scavi sotto la Casa del Jazz, il noto centro culturale della capitale situato in via Cristoforo Colombo, con l’impiego di unità cinofile specializzate nella ricerca di resti umani.
L’operazione è stata autorizzata dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato in Prefettura, su sollecitazione dell’ex giudice Guglielmo Muntoni. Non sono stati divulgati i dettagli che hanno motivato questa decisione, ma gli inquirenti ritengono plausibile che i resti del magistrato possano essere sepolti proprio in quella location.
La Casa del Jazz sorge su un immobile sottratto alla criminalità organizzata che in passato era controllato da Enrico Nicoletti, figura chiave della banda della Magliana con il ruolo di tesoriere dell’organizzazione criminale.
Paolo Adinolfi aveva 52 anni quando svanì misteriosamente nel 1994. Il magistrato prestava servizio presso la Corte d’Appello di Roma e aveva trascorso un lungo periodo nella sezione Fallimentare del Tribunale capitolino, occupandosi di procedure concorsuali e questioni economiche delicate.

Della sua sparizione non rimase alcun indizio concreto: il corpo non fu mai ritrovato, né emersero testimonianze decisive che potessero chiarire le circostanze della vicenda. Le indagini condotte negli anni successivi esplorarono diverse ipotesi, ma nessuna pista ha mai dipanato i dubbi intorno alla vicenda, chiarendo mandanti ed esecutori di quello che si ipotizza possa essere stato un omicidio.
Il caso rimase avvolto nel mistero, diventando uno dei più enigmatici cold case legati al mondo della magistratura italiana. La possibilità che la scomparsa fosse collegata all’attività professionale del giudice e ai suoi incarichi in materia fallimentare venne presa in considerazione, considerando i potenziali interessi economici e i legami con ambienti criminali che tali procedimenti potevano toccare.