La famiglia non crede al suicidio del 38enne trovato senza vita nel supermercato. Nell’esposto si parla di segni al collo compatibili con lo strangolamento.
Termoli – Proseguono le indagini sulla morte di Andrea Costantini, il trentottenne originario di Roccafinadamo il cui corpo è stato rinvenuto all’interno di una cella frigorifera in un supermercato di Termoli. La Procura di Larino ha delegato i carabinieri di Penne ad ascoltare i genitori della vittima, che hanno ribadito tutti i dubbi e le perplessità già espressi nella denuncia formale presentata tramite il loro avvocato.
La famiglia respinge categoricamente l’ipotesi del gesto volontario. Nel documento depositato agli inquirenti vengono sollevati elementi che secondo i congiunti non sono compatibili con un suicidio: nell’esposto si fa riferimento in particolare a segni rilevati intorno al collo del 38enne, che potrebbero secondo loro essere ricondotti a uno strangolamento.
Non solo. I genitori hanno anche messo agli atti l’esistenza di tensioni e violenze all’interno del nucleo familiare del figlio, circostanze che a loro avviso potrebbero avere un peso nella ricostruzione della vicenda. Durante l’audizione con i militari dell’Arma, la coppia ha confermato punto per punto quanto già scritto nella denuncia, ribadendo la richiesta di fare piena luce sulle circostanze che hanno portato al decesso.
Gli inquirenti stanno vagliando tutti gli elementi raccolti per stabilire cosa sia realmente accaduto nella cella frigorifera dove è stato trovato il corpo senza vita di Costantini. L’inchiesta procede senza ipotesi di reato escluse, mentre si attendono gli esiti degli accertamenti tecnici e dell’autopsia che potrebbero fornire risposte decisive sulla dinamica della morte.