Canapa light usata come copertura per produrre marijuana illegale

Tra piante ad alto THC e serre illuminate, l’indagine ha scoperto una produzione illecita capace di oltre 85.000 dosi di marijuana.

Viterbo – I “Baschi Verdi”, a seguito di specifica attività investigativa, hanno sottoposto a controllo un’attività agricola con sede nel territorio di Viterbo, esercente l’attività di coltivazione di canapa sativa L. di dichiarata varietà industriale.

Dal sopralluogo dei militari, è però emerso che nessuna delle piante in coltivazione aveva caratteristiche botaniche riconducibili alle varietà utilizzabili per la produzione di fibre tessili, alimenti o altri usi industriali.

I militari hanno quindi dimostrato che l’agricoltore, simulando l’impiego di sementi certificate, stava in realtà coltivando numerose piante rigogliose e ricche di infiorescenze femminili da utilizzare come prodotto da fumo, quella che in gergo viene chiamata canapa light.

Ma tra le piante solo una parte presentava predominanza di cannabidiolo (CBD), mentre un altro consistente numero di piante, accuratamente nascoste nel campo di coltivazione, conteneva una percentuale di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) di oltre il 7%, quando la percentuale ammessa per gli usi industriali, come stabilito dalla Legge 242/2016, non deve superare lo 0,2%.

Dagli oltre 30 kg di infiorescenze già raccolte rinvenute dai finanzieri, si sarebbero potute ricavare quasi 85.000 dosi di marijuana, come accertato dal laboratorio di Biologia Molecolare dell’Università della Tuscia – Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche.

In un esercizio commerciale, direttamente correlato alla coltivazione illegale della cannabis e gestito dagli stessi indagati, i militari hanno rinvenuto un sistema di coltivazione indoor all’interno di serre con sistema di illuminazione artificiale ed aerazione forzata, attraverso il quale venivano selezionate le piante madri e fatte germogliare o radicare le future piante di marijuana. Inoltre nel negozio, oltre alle infiorescenze c.d. “da collezione”, ne venivano rinvenute alcune con alto tenore di THC.

Al termine delle perquisizioni le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro probatorio 6.000m2 di terreno, un capannone con attrezzature per la lavorazione della marijuana, un’attività commerciale, circa 160 kg di infiorescenze di cannabis con contenuto di CBD, il cui commercio è stato comunque vietato dall’aprile 2025, oltre ai 30 kg di sostanza stupefacente.

Ritenendo integrato il reato di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti e psicotrope previsto e sanzionato dal DPR 309/1990, i due soggetti, di nazionalità italiana, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Viterbo.

Uno di questi, per il medesimo reato accertato nel 2022 sempre dai militari del gruppo di Viterbo, era stato condannato per patteggiamento alla pena base di sei anni di reclusione ed euro 15.000,00 di multa, ed ammesso alla espiazione della pena attraverso l’affidamento in prova al servizio sociale.

Il Pubblico Ministero, sposando appieno le nuove risultanze investigative della polizia giudiziaria, ha segnalato il soggetto al magistrato di sorveglianza che ha emesso il decreto di sospensione provvisoria della misura alternativa, affidando a personale della squadra mobile della Questura di Viterbo il suo accompagnamento presso la casa circondariale Nicandro Izzo.

Ora anche la licenza commerciale sarà sottoposta al vaglio della Questura e delle autorità comunali una volta che saranno in possesso degli atti.