Caso Almasri, la Giunta apre allo “scudo” per Bartolozzi

Maggioranza favorevole a sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. Per l’opposizione si intralcia il lavoro della magistratura.

Roma – La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha espresso parere favorevole alla richiesta della maggioranza di attivare lo “scudo parlamentare” a tutela di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, coinvolta nel cosiddetto caso Almasri.

Il voto ha visto schierarsi compattamente i gruppi di centrodestra, mentre le forze di opposizione hanno votato contro. Il pronunciamento della Giunta non ha valore definitivo: servirà ora la decisione dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio e, in ultima istanza, il voto dell’Aula.

Secondo la linea della maggioranza, sulla vicenda che riguarda Bartolozzi non dovrebbe intervenire la magistratura ordinaria ma il Parlamento. La richiesta è quella di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale nei confronti della Procura di Roma e del Tribunale dei ministri, che indagano sull’ipotesi di false dichiarazioni.

Per i partiti di governo, la posizione di Bartolozzi sarebbe assimilabile a quella già esaminata in precedenza dalla Camera quando furono coinvolti il ministro Nordio, il ministro dell’Interno Piantedosi e il sottosegretario Mantovano. In quel caso, la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere e il Tribunale dei ministri ha archiviato la pratica. La maggioranza rivendica dunque continuità di trattamento.

L’Ufficio di Presidenza dovrà ora decidere se seguire l’indicazione della Giunta e avviare formalmente il conflitto davanti alla Consulta. In seguito, la parola passerà all’Aula, che sarà chiamata ad approvare o respingere la proposta.

L’opposizione ha criticato duramente la scelta. Deputati del Partito Democratico, tra cui Antonella Forattini e Federico Gianassi, hanno accusato la maggioranza di voler bloccare l’azione della giustizia:

“Il centrodestra cerca ancora una volta di interferire con l’attività della magistratura. È un comportamento che danneggia la credibilità delle istituzioni e ostacola l’accertamento della verità”.

Per i dem, si tratterebbedell’ennesimo tentativo del governo di proteggere” figure vicine all’esecutivo e di limitare il potere inquirente della magistratura.