Impagnatiello ricorre in Cassazione contro l’aggravante della crudeltà

La difesa dell’ex barman condannato per l’omicidio di Giulia Tramontano chiede le attenuanti generiche. La Procura punta invece a ripristinare la premeditazione.

Il giovane di 27 anni condannato all’ergastolo per l’uccisione della compagna incinta punta ora a ridurre significativamente la pena detentiva. Attraverso le sue avvocate, ha presentato un nuovo ricorso alla Suprema Corte per contestare l’ultima aggravante rimasta nel suo capo d’accusa e ottenere il riconoscimento di circostanze attenuanti.

Le legali del condannato hanno impugnato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello milanese a fine giugno scorso, che aveva mantenuto invariata la condanna alla massima pena. Parallelamente, i magistrati inquirenti hanno anch’essi presentato ricorso, ma con obiettivi opposti: vogliono reintrodurre nel quadro accusatorio l’elemento della pianificazione del delitto.

In precedenza, la difesa aveva già ottenuto un risultato importante: l’eliminazione dell’aggravante relativa alla programmazione anticipata del crimine. I giudici avevano motivato questa decisione evidenziando come le azioni dell’imputato fossero apparse disorganizzate e improvvisate. Inoltre, era emerso che la sostanza tossica fatta assumere ripetutamente alla vittima mirava principalmente a provocare l’interruzione della gravidanza, rappresentando una soluzione estrema ai problemi personali e lavorativi dell’uomo.

Gli inquirenti mantengono una posizione diametralmente opposta: secondo la loro ricostruzione, ogni fase del delitto sarebbe stata accuratamente studiata in anticipo, inclusa l’aggressione finale che costò la vita alla donna e al bambino che portava in grembo.

Dopo il rifiuto della richiesta di accedere a percorsi alternativi di giustizia riparativa durante l’estate, ora la prossima pronuncia della Cassazione potrebbe rappresentare un punto di svolta decisivo. Qualora venissero riconosciute circostanze attenuanti, l’intera architettura della condanna andrebbe rivista, con la possibilità concreta di sostituire l’ergastolo con una pena temporanea di tre decenni.