Nomine portuali e fondi per Roma, scintille tra Salvini e Tajani

Nuove tensioni nella maggioranza tra Lega e Forza Italia: il vicepremier leghista denuncia un blocco politico in Senato, mentre Tajani rilancia sulle risorse tagliate per Roma.

Roma – Un nuovo attrito, per ora sottotraccia ma non marginale, si è aperto nella maggioranza.
Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha lamentato pubblicamente un blocco politico che, a suo dire, impedisce da mesi la nomina dei vertici delle autorità portuali italiane. Poche ore dopo è arrivata la risposta dell’altro vicepremier, Antonio Tajani, che ha spostato il discorso su un terreno diverso ma altrettanto sensibile: i fondi mancanti per la Metro C di Roma e per alcune opere ferroviarie nel Sud.

Nel corso di un convegno dedicato agli investimenti infrastrutturali, Salvini ha puntato il dito contro i ritardi che bloccano la nuova governance dei porti.
“Ci sono nomine pronte da mesi – ha affermato – ma le Commissioni parlamentari non si esprimono. È evidente che c’è una scelta politica dietro questo stallo”.

Il leader della Lega ha spiegato di essere intenzionato ad andare avanti comunque, richiamandosi ai tempi previsti dalla normativa: “Dopo trenta giorni, se non arriva il parere, il ministro può procedere. E io procederò. Non possiamo restare fermi per logiche di partito”.

Il messaggio, pur senza nomi espliciti, è apparso diretto a una parte della stessa maggioranza, con Salvini deciso a mostrare fermezza dopo settimane di tensioni interne.

Da Napoli, dove era impegnato in un incontro istituzionale, è arrivata la controreplica di Antonio Tajani.
“Più che delle nomine, mi preoccuperei dei 50 milioni che mancano per la Metro C di Roma – ha dichiarato – risorse fondamentali per la Capitale che non risultano più stanziate. Il ministero competente è quello delle Infrastrutture, quindi mi auguro che la questione venga affrontata”.

Tajani ha infine richiamato l’attenzione sul Sud e sulle opere strategiche, citando il caso del collegamento ferroviario Napoli–Afragola, definanziato negli ultimi mesi. “Le infrastrutture – ha detto – non sono sprechi ma strumenti di sviluppo. Bisogna investire nei territori, soprattutto dove la crescita è più fragile”.

Lo scambio tra Salvini e Tajani, pur contenuto nei toni, riflette la competizione interna tra Lega e Forza Italia, che in questa fase cercano di distinguersi su temi chiave in vista della discussione parlamentare della legge di bilancio.

Da un lato Salvini rivendica il controllo delle grandi nomine e il ruolo di motore delle infrastrutture; dall’altro Tajani punta a riaffermare l’identità moderata di Forza Italia, concentrata su fisco, imprese e investimenti.

Il governo Meloni, per ora, mantiene una maggioranza solida ma la dialettica tra i due vicepremier mostra quanto gli equilibri interni siano delicati.