Truffa da cinque milioni, consulente finanziaria ai domiciliari

Scoperta maxi frode: una ex banker raccoglieva abusivamente i risparmi di oltre cento clienti promettendo rendimenti sicuri.

I militari della Guardia di Finanza, nell’ambito dei propri compiti istituzionali, tesi all’attenta vigilanza sui mercati finanziari, alla tutela del risparmio e alla repressione dei più gravi fenomeni di abusiva gestione degli investimenti e raccolta di capitali, hanno dato esecuzione, sotto l’egida della Procura della Repubblica di Savona, ad un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale, nei confronti di una consulente finanziaria e bancaria di lungo corso.

La consulente, formalmente in pensione e cancellata dall’albo dal 2014, avrebbe continuato nel tempo, a gestire e raccogliere i risparmi di numerosi clienti, taluni fidelizzati dalle precedenti esperienze con la banker e altri di nuova e più recente acquisizione; a questi ultimi, la stessa si sarebbe presentata, negli anni, come procacciatrice d’affari operante per conto di un noto istituto bancario e assicurativo svizzero.

I reati contestati alla consulente ed ai familiari prossimi congiunti, sono, a vario titolo, l’abusivismo finanziario (art. 166 del Testo Unico delle Finanze), la truffa aggravata (640, comma secondo, c.p.), il riciclaggio (art. 648 bis c.p.), l’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (648 ter c.p.), l’autoriciclaggio (648 ter.1 c.p.).

L’attività delle Fiamme Gialle savonesi trae le proprie origini dall’analisi di operazioni sospette sui conti correnti bancari del nucleo familiare investigato, dai quali sono emerse movimentazioni in entrata, dal 2020 al 2025, per oltre cinque milioni di euro, accompagnate da causali del tutto generiche e da querele sporte da soggetti raggirati dalla consulente, insospettiti, in alcuni casi, dalle mancate restituzioni di denaro negli ultimi due anni.

Le indagini di polizia giudiziaria, dirette dall’Autorità Giudiziaria locale Procura della Repubblica, sono consistite in una capillare attività di analisi dei conti, delle interrogazioni alle banche dati in uso al Corpo, dalle interlocuzioni con gli organismi di regolazione e vigilanza di settore e da attività di perquisizione telematica e informatica.

Tale complessa attività ha consentito di raccogliere gravi indizi dei reati sopra descritti a carico dell’indagata, esperta conoscitrice del diritto bancario e finanziario: nell’ordinanza emessa dal GIP viene contestato di aver raccolto abusivamente i risparmi di 112 clienti, promettendo rendimenti sicuri e rilevanti, raccogliendone la fiducia anche a causa delle parziali restituzioni effettuate nel tempo di quote di fondi comuni azionari.

È stato, poi, accertato come la stessa non risultasse ormai da tempo iscritta in alcun albo gestito dalla Banca d’Italia, dalla Consob o dall’Ordine dei Consulenti Finanziari (OCF).

All’indagata viene altresì contestato di aver sottoposto agli ignari clienti, in presenza o via email, prospetti falsificati nei quali si attestava la redditività di investimenti in fondi comuni di diritto lussemburghese; la dinamica ricostruita si è sostanziata nel modello truffaldino piramidale noto come “schema Ponzi”, poiché, in ipotesi di accusa, gli investimenti proposti non erano, in realtà, svolti per conto dei clienti e le disponibilità finanziarie acquisite fatte transitare nei conti correnti della banker, in quelli dei suoi più stretti familiari ovvero della società di famiglia.

La facoltosa platea di clienti raggirati è variegata sia per fascia di età (tra i 30 e i 70 anni) sia per profilo professionale (dal pensionato a professionisti, imprenditori e dirigenti di aziende multinazionali).

Per le ragioni sopra descritte, si è disposto il sequestro, anche per equivalente, di tutti i profitti illecitamente conseguiti dalla consulente e dai propri familiari, al fine di garantire un giusto ristoro alle vittime della frode perpetrata; i militari hanno, pertanto, provveduto a sottoporre a cautela liquidità, un autoveicolo di pregio e 23 beni immobili siti nel Ponente Ligure.

In ragione di nulla osta concesso dalla Magistratura, infine, è stata aperta, d’intesa con il locale Ufficio delle Entrate, la partita IVA ex officio nei confronti della consulente e, nei suoi confronti, è stata eseguita una verifica fiscale che ha permesso il recupero a tassazione di proventi illeciti per una somma evasa di circa 3 milioni di euro.

L’intervento svolto dalle Fiamme Gialle di Savona si inquadra nell’ambito dei compiti attribuiti alla Guardia di Finanza, in via esclusiva o preminente, dall’art. 2 del Decreto Legislativo 19 marzo 2001, n. 68, e testimonia, in particolare, il costante impegno del Corpo nella tutela dei risparmiatori, spesso danneggiati da condotte di abusiva gestione finanziaria, e nel contrasto di tutte le forme di concorrenza sleale realizzate da soggetti sprovvisti delle necessarie autorizzazioni delle Autorità di Vigilanza su intermediari e mercati.

L’obiettivo, in tali casi, è quello di individuare e aggredire ogni forma di ricchezza illecita, attraverso approfondite investigazioni economico-patrimoniali, ricostruendo l’origine e la destinazione dei flussi finanziari, in attuazione di una ormai consolidata strategia operativa tesa alla sistematica aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati.