Si tratta del secondo polo espositivo italiano dopo Firenze. Percorso immersivo tra casi celebri e un tributo a Lombroso.
Torino – Il capoluogo sabaudo inaugura una nuova attrazione culturale dedicata agli assassini seriali più tristemente famosi a livello mondiale. La struttura, situata in via Arcivescovado 9, rappresenta il secondo polo italiano dopo quello fiorentino e propone un’esperienza di visita che utilizza tecniche narrative mutuate dal mondo dei podcast per coinvolgere il pubblico.
L’allestimento si sviluppa attraverso dieci vicende criminali di rilevanza internazionale, con una forte presenza di casi provenienti dagli Stati Uniti. Tra le figure presentate spicca Ed Gein, la cui biografia ha ispirato elementi del personaggio cinematografico di Hannibal Lecter portato sullo schermo da Anthony Hopkins. Presente anche John Wayne Gacy, entrato nell’immaginario collettivo con l’inquietante soprannome legato ai pagliacci, insieme al sudamericano Luis Alfredo Garavito.
Lo spazio espositivo include le storie di Jeffrey Lionel Dahmer, entrato nella cronaca come il “mostro di Milwaukee”, Richard Ramirez ribattezzato “Night Stalker”, oltre ad Albert Fish e Charles Manson, quest’ultimo divenuto simbolo della violenza degli anni Sessanta. Il percorso contempla anche figure femminili come Aileen Wuornos, eccezione nel panorama prevalentemente maschile dei serial killer, l’italiana Leonarda Cianciulli ricordata per i suoi macabri delitti a Correggio, e l’aristocratica ungherese Erzsébet Báthory, passata alla storia per la sua crudeltà.
L’introduzione del percorso torinese rende omaggio alla tradizione scientifica locale attraverso una sezione iniziale su Cesare Lombroso, fondatore degli studi criminologici moderni. Il medico ottocentesco viene presentato nel contesto delle sue controverse teorie sul crimine innato, collegando il suo lavoro pionieristico alle storie criminali successive. I responsabili del progetto evidenziano come questa scelta rappresenti un riconoscimento all’eredità scientifica della città e al contributo fondamentale di Lombroso nell’approccio sistematico allo studio della devianza.