La lite scoppiata per futili motivi si è trasformata in violenza mortale. Indagini in corso per identificare l’aggressore.
Perugia – Hekuran Cumani, ventitreenne di origini albanesi ma con cittadinanza italiana, residente nella frazione di San Donato a Fabriano, è deceduto a seguito di un’aggressione avvenuta all’alba di sabato. Chi lo frequentava lo ricorda come una persona tranquilla, che evitava i problemi. Il giovane svolgeva attività lavorative stagionali, tra cui il servizio ai tavoli sulla costa adriatica.
Nella serata di venerdì, Cumani aveva raggiunto Perugia accompagnato da una decina di amici del territorio fabrianese, incluso il fratello minore Samuele. La meta era il “100Dieci Cafè”, ritrovo abituale degli studenti universitari nelle vicinanze del Dipartimento di Matematica. Durante la permanenza nel locale si sarebbero verificate delle incomprensioni tra il gruppo marchigiano e alcuni ragazzi nordafricani di seconda generazione che vivono a Ponte San Giovanni.
Le tensioni sarebbero emerse per motivi insignificanti, forse uno sguardo o una battuta inopportuna, possibilmente legati all’interesse verso una ragazza presente. Gli inquirenti hanno chiarito che la vicenda non ha alcun legame con sostanze stupefacenti o criminalità organizzata. Il locale disponeva di rilevatori metallici all’ingresso, quindi le armi non erano presenti durante la permanenza all’interno. Per il gruppo di Fabriano sembrava che tutto si fosse esaurito con qualche occhiataccia e insulti coperti dalla musica ad alto volume.
Dopo la chiusura del club, avvenuta intorno alle tre di notte, i ragazzi marchigiani si sono avviati verso l’area di sosta in via Vanvitelli, tra i Dipartimenti di Matematica e Informatica. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra mobile diretta da Maria Assunta Ghizzoni, sotto il coordinamento del procuratore Raffaele Cantone e del sostituto procuratore Gemma Miliani, verso le quattro e trenta del mattino il gruppo sarebbe stato raggiunto dagli altri giovani.
Uno degli aggressori, probabilmente di nazionalità tunisina, nel frattempo si era procurato delle armi bianche. I testimoni riferiscono che si sarebbe presentato impugnando due coltelli di dimensioni differenti. Si è scatenata una rissa violenta durante la quale Samuele Cumani ha riportato una ferita alla gamba. Il fratello maggiore Hekuran, verosimilmente nel tentativo di difenderlo, è stato colpito da una coltellata tra collo e petto che si è rivelata letale. Gli aggressori si sono allontanati rapidamente mentre i presenti, sconvolti, hanno chiamato i soccorsi.
All’arrivo dei sanitari del 118 non è stato possibile fare altro che constatare il decesso del giovane, nonostante i tentativi di rianimazione. Sul luogo sono intervenuti gli agenti della Questura perugina, il magistrato inquirente, la Polizia scientifica e il medico legale Anna Maria Verdelli. Una chiamata devastante alle prime luci del giorno ha gettato i genitori dei due fratelli nella disperazione più totale. Raggiunta Perugia in tutta fretta, sono stati ascoltati dagli investigatori insieme al figlio superstite e agli altri testimoni.
Le forze dell’ordine hanno provveduto al sequestro delle registrazioni delle videocamere del locale e di quelle esterne che inquadrano il parcheggio, che potrebbero avere immortalato l’intera sequenza. Nella giornata di ieri si sono susseguiti numerosi interrogatori in Questura. Sono stati sentiti vari testimoni oculari e anche i giovani nordafricani coinvolti negli scontri. Tra questi potrebbe celarsi l’autore dell’omicidio che, secondo le descrizioni raccolte, avrebbe un’età compresa tra i ventidue e i ventiquattro anni. Gli investigatori ritengono di essere vicini a una svolta nelle indagini.