Due adulti e due minorenni accusati di tentato omicidio con metodo mafioso. Grave un 23enne colpito all’addome
Napoli – Un’operazione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura per i Minorenni di Napoli ha portato al fermo di quattro persone accusate di aver orchestrato e partecipato a una sparatoria nei Quartieri Spagnoli. L’agguato, avvenuto la sera del 15 settembre in via Conte di Mola, ha lasciato un giovane di 23 anni in gravi condizioni e ha visto il coinvolgimento di due adolescenti nella presunta azione criminale.
I carabinieri della Compagnia Napoli Centro hanno fermato un uomo di 46 anni e una ragazza di 21, entrambi residenti nel capoluogo partenopeo, insieme a due minorenni di 17 e 16 anni. L’accusa che pesa su tutti è quella di tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso, un reato che inquadra l’episodio nell’ambito delle dinamiche criminali organizzate.
La ricostruzione degli investigatori dipinge uno scenario inquietante: il quarantaseienne, nonostante si trovasse ristretto agli arresti domiciliari, avrebbe lasciato la propria abitazione per unirsi al figlio sedicenne e a un complice ancora da identificare. Il gruppo armato avrebbe quindi preso di mira due ragazzi, un ventitreenne e un diciassettenne, esplodendo contro di loro una raffica di colpi. Il più grande delle vittime è stato raggiunto da un proiettile all’addome e si trova tuttora ospedalizzato in condizioni serie, mentre l’altro giovane è riuscito miracolosamente a salvarsi senza riportare ferite.
Nel piano criminale avrebbe avuto un ruolo chiave anche la ventunenne arrestata. Gli inquirenti la ritengono complice dal punto di vista intellettuale dell’operazione: la ragazza avrebbe portato uno dei minori in una struttura ricettiva tipo bed and breakfast, dove il ragazzo avrebbe potuto mascherare i propri lineamenti prima dell’azione. Successivamente, il giovane sarebbe salito su un motorino con la targa oscurata, utilizzato per seguire gli altri durante la fase operativa dell’aggressione
Il lavoro investigativo si è rivelato particolarmente accurato: gli agenti hanno passato al setaccio le registrazioni delle telecamere di sicurezza, sia comunali che private, presenti nella zona. Queste immagini, unite alle testimonianze raccolte da persone a conoscenza dei fatti, hanno permesso di tracciare un quadro preciso delle responsabilità individuali e dei movimenti di ciascun sospettato.
La magistratura ha rapidamente confermato i fermi: i Giudici per le Indagini Preliminari hanno convalidato i provvedimenti e disposto la detenzione in carcere per i due indagati maggiorenni. Diverso il trattamento per i minori coinvolti: il diciassettenne è stato rinchiuso in un Istituto penitenziario per minori, mentre il sedicenne è stato affidato a una struttura educativa protetta.