Strage di migranti nel canale di Sicilia

Allarme lanciato da Sea-Watch e Alarm Phone rimasto senza risposta. Accuse a Roma e La Valletta per i mancati soccorsi.

Lampedusa – Un nuovo dramma si è consumato nel Canale di Sicilia, dove almeno 23 persone hanno perso la vita o risultano disperse in seguito al naufragio di un’imbarcazione carica di migranti. Solo undici superstiti sono riusciti a raggiungere Lampedusa, dopo ore di richieste di soccorso rimaste senza risposta da parte delle autorità italiane e maltesi.

Il piccolo natante in vetroresina, con a bordo 35 persone, era in avaria in un’area di competenza maltese, a ridosso della zona SAR italiana. L’allarme è stato lanciato venerdì dalla piattaforma Alarm Phone, mentre l’aereo Sea Bird dell’organizzazione Sea-Watch monitorava la situazione e trasmetteva le coordinate esatte dell’imbarcazione in difficoltà. Nonostante le ripetute segnalazioni, nessuna autorità ha inizialmente risposto.

Solo il giorno successivo, nel tardo pomeriggio, un elicottero della Guardia Costiera italiana ha individuato il relitto capovolto e ha rilasciato un dispositivo di galleggiamento. Sul posto sono poi intervenuti anche un velivolo maltese, uno di Frontex e una nave commerciale. Gli ultimi undici sopravvissuti, tra cui tre donne e due minori, sono stati tratti in salvo. Il corpo senza vita di una donna è stato recuperato, mentre degli altri 22 passeggeri non si ha più traccia.

Le ONG denunciano l’ennesimo ritardo nei soccorsi. “Ancora una volta, vite umane sono state abbandonate deliberatamente”, ha dichiarato Alarm Phone, che ha anche diffuso un video in cui si vede una motovedetta libica aprire il fuoco contro un barcone in fuga, pochi giorni prima del naufragio.

La tragedia si è verificata proprio mentre a Roma si svolgeva una manifestazione contro l’accordo bilaterale con la Libia, promossa da migranti sopravvissuti ai centri di detenzione e alle traversate nel Mediterraneo. Un tragico paradosso che riaccende il dibattito sulla gestione delle frontiere e sul rispetto dei diritti umani.