L’ex responsabile della pastorale giovanile di Seregno accusato di abusi su quattro ragazzi che frequentavano l’oratorio.
Monza – La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per don Samuele Marelli, sacerdote di 49 anni originario di Novedrate, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di giovani frequentatori degli oratori. L’udienza preliminare che dovrà decidere sul processo è fissata per febbraio 2026 presso il tribunale di Monza.
Secondo l’accusa, don Marelli avrebbe costretto quattro ragazzi a subire palpeggiamenti e atti sessuali nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023. Il sacerdote, ordinato nel 2002, ricopriva all’epoca dei fatti il ruolo di responsabile della pastorale giovanile di Seregno, incarico che ha mantenuto fino al gennaio 2024. In precedenza aveva guidato la Fom, la Fondazione degli Oratori Milanesi.
Durante l’interrogatorio condotto dal pubblico ministero Francesca Gentilini, don Marelli ha respinto le accuse, limitandosi ad ammettere di aver commesso un errore nel concedere ai ragazzi “troppa libertà sul tema della nudità”, senza però riconoscere le condotte abusive contestate.
Parallelamente all’indagine della magistratura ordinaria, il tribunale regionale ecclesiastico ha già emesso una sentenza di condanna nella scorsa primavera. Il giudizio canonico ha riconosciuto il sacerdote colpevole di atti sessuali con due giovani, comminandogli pesanti sanzioni.
Le misure imposte dal tribunale ecclesiastico comprendono il divieto di esercitare pubblicamente il ministero sacerdotale per cinque anni e di risiedere nel territorio dell’arcidiocesi di Milano. A queste si aggiungono la privazione per dieci anni della facoltà di confessare e di svolgere attività di direzione spirituale, oltre al divieto perpetuo di avere contatti con minori senza la presenza di un adulto accompagnatore.
Prima dell’incarico a Seregno, il sacerdote era stato destinato a Nova Milanese come prima tappa del suo percorso ministeriale dopo l’ordinazione.
Ora spetterà al giudice dell’udienza preliminare valutare se sussistano i presupposti per il processo penale, che potrebbe portare a una condanna anche sul piano della giustizia ordinaria, con conseguenze ben più gravi rispetto alle sanzioni canoniche già applicate.