La deflagrazione è stata provocata dagli occupanti dello stabile. Quindici feriti tra le forze dell’ordine.
Castel D’Azzano – Una missione di routine si è trasformata in un incubo nel tardo pomeriggio di ieri a Castel D’Azzano, alle porte di Verona. Tre carabinieri hanno perso la vita in un’esplosione devastante che ha raso al suolo un casolare di due piani durante le operazioni di sgombero dell’immobile. Le vittime sono Marco Piffari e Valerio Daprà, entrambi 56 anni, e Davide Bernardello, 36 anni.
La deflagrazione, di potenza tale da essere avvertita nel raggio di cinque chilometri, è avvenuta mentre militari dell’Arma, agenti di polizia e vigili del fuoco stavano eseguendo un’ordinanza di sgombero. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati gli stessi occupanti del casolare a provocare volontariamente l’esplosione per impedire il provvedimento. L’edificio è collassato su se stesso, travolgendo gli operatori presenti sul posto.
Oltre alle tre vittime, si contano quindici feriti tra carabinieri (undici), agenti di polizia (tre) e un vigile del fuoco. Tutti sono stati trasportati negli ospedali della provincia di Verona con ustioni e traumi dovuti al crollo, ma fortunatamente nessuno si trova in condizioni critiche.
All’interno dell’abitazione al momento della deflagrazione si trovavano tre fratelli: Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori gravati da difficoltà economiche e problemi ipotecari. Due di loro, la donna di 60 anni e uno dei fratelli, sono rimasti feriti nell’esplosione e sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio Maria Luisa ad azionare il meccanismo che ha causato la tragedia, mentre i fratelli si sarebbero trovati in un locale seminterrato. Il terzo componente della famiglia è riuscito a dileguarsi ed è attualmente ricercato nella zona.
La famiglia Ramponi era già nota alle forze dell’ordine per comportamenti simili. Nel 2024, in due occasioni distinte – a ottobre e il 24 novembre – i tre fratelli avevano già minacciato di far esplodere la casa saturandola di gas per opporsi all’arrivo dell’ufficiale giudiziario. In entrambi i casi, grazie all’intervento e alla mediazione delle forze dell’ordine, si era evitata una tragedia.
Proprio per questo motivo, le operazioni di sgombero erano state pianificate con particolare attenzione alla sicurezza. Nel casolare sono state rinvenute cinque bombole di gas posizionate in diverse stanze e materiale per la preparazione di molotov. La casa era completamente satura di gas liberato intenzionalmente, circostanza che ha amplificato la potenza dell’esplosione.
“È una tragedia incredibile, dei comportamenti assurdi”, ha dichiarato il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, giunto immediatamente sul luogo del disastro. “Dovevamo eseguire un decreto di perquisizione, si cercavano anche delle bottiglie molotov. Carabinieri e polizia hanno cercato di agire in massima sicurezza e con tutte le attrezzature necessarie. Ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso.”
Le indagini proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e accertare le responsabilità. Sul posto continuano a lavorare i vigili del fuoco per la messa in sicurezza dell’area e il completamento delle operazioni di spegnimento delle fiamme che hanno avvolto i resti del casolare.