A Mondragone l’asilo nido riapre tra ritardi e polemiche

L’AMBC rilancia la battaglia per servizi comunali accessibili a tutti i bambini, con priorità alle famiglie svantaggiate e contro l’esternalizzazione ai privati.

Mondragone – “Vogliamo, in apertura, ricordare con immenso affetto il nostro compianto amico Antonio Taglialatela (il “mitico” Tatonno), che due anni fa ci lasciava. Tatonno ci manca ogni giorno di più. Ci mancano il suo sorriso, la sua disponibilità all’ascolto, la sua fraterna amicizia, le sue idee e la sua voglia di fare e di cambiare in meglio. A Tatonno avrebbe fatto piacere l’accostamento del suo ricordo (incancellabile!) con la nostra (e quindi anche sua) battaglia per un Asilo Nido a Mondragone.

I primi anni di vita dei bambini sono fondamentali perché è in questa fase che avviene più dell’80% dello
sviluppo neuronale, influenzando la personalità, le competenze cognitive, socio-emotive e fisiche che si
acquisiranno nel corso della vita. Per questo, non abbiamo mai smesso di chiedere che la Città di
Mondragone si dotasse di un Asilo Nido comunale, per affrancarsi finalmente da una grave carenza.

L’Associazione Mondragone Bene Comune ha protestato per l’Asilo Nido della Scuola Arcobaleno,
completato, ma mai fatto funzionare dalle Amministrazioni dei sindaci Virgilio Pacifico e Francesco Lavanga
e anzi gravemente vandalizzato. “Abbiamo confutato la solita stucchevole propaganda di chi, rimasto per anni inerte sull’Asilo Nido che già c’era e incapace di farlo funzionare, si pavoneggiava per l’Asilo Nido che verrà. E siamo arrivati addirittura a denunciare alla Corte dei conti Europea la mancata attivazione dell’Asilo Nido costruito presso la Scuola Arcobaleno e non entrato ancora in funzione.

Poi, il 10 ottobre scorso, a mezzo stampa, il Sindaco Lavanga, colui che non è stato capace di mettere a
punto un decente Piano di riequilibro – facendo fallire Mondragone per la prima volta nella sua storia
– e
che per ben 8 anni non è stato capace di far funzionare l’Asilo Nido di piazzale Rodari, completato e
consegnato da tempo, ma mai attivato, lasciato in stato d’abbandono e per questo vandalizzato, si
dichiarava felice dell’ennesimo completamento dei lavori e dichiarava che a breve farà conoscere la data di
cerimonia d’inaugurazione dell’Asilo (con calma, c’è tutta la Campagna elettorale!). Seppur con grave e
colpevole ritardo, la notizia che l’asilo è stato di nuovo sistemato e che potrebbe entrare in funzione non
può che rendere felici noi, che abbiamo per anni lottato per questo
. Tuttavia, una domanda sorge
spontanea: Quando il Consiglio comunale sarà chiamato a decidere la modalità di gestione di questo Asilo
Nido (e anche dell’altro in costruzione)? Ricordiamo che Lavanga nel suo lungo percorso amministrativo di
vicesindaco e sindaco non ha mai pensato di verificare la possibilità di inserire nel PIAO il personale
comunale occorrente per gestire tali strutture. L’obiettivo è quello di “regalare” anche gli Asili Nido ai
privati?

A noi che vorremmo che tutti i servizi comunali fossero a gestione comunale (senza privati!), fin d’ora,
interessa comunque porre l’accento sulla necessità di garantire che tutti i bambini abbiano la possibilità di
accedere ai servizi per l’infanzia
, soprattutto quei bambini che nascono in contesti familiari e sociali
svantaggiati. L’iscrizione dei bambini al nido, come ci dicono gli esperti, è intesa ancora come uno
strumento di conciliazione tra vita lavorativa e attività di cura delle famiglie
, piuttosto che un primo passo
nel sistema educativo. Infatti, mentre tra i bambini in famiglie con più alto reddito la frequenza raggiunge in
Italia il 45%, tra quelli in famiglie caratterizzate da condizioni di svantaggio economico, dalla presenza di un
genitore in condizione di inattività o con cittadinanza straniera
i tassi di frequenza del nido sono decisamente inferiori, diventando particolarmente bassi quando il bambino vive in famiglie a rischio di
povertà o di esclusione sociale
. Vogliamo quindi contestare da subito quei criteri utilizzati per la
formulazione delle graduatorie delle domande di iscrizione al nido che fanno riferimento alla condizione
lavorativa dei genitori e che determinano un aumento della probabilità di accedere al servizio se entrambi i
genitori del bambino lavorano. Vogliamo che chi sta predisponendo le regole che dovranno essere
applicate alla gestione dell’asilo nido consideri soprattutto le altre condizioni, a partire dallo svantaggio
economico della famiglia.