In carcere, con l’accusa di duplice omicidio e tentato omicidio, c’è Salvatore Ocone, 58 anni. In lieve miglioramento le condizioni dell’altra figlia.
Paupisi – Una comunità intera è sotto shock. Paupisi, piccolo comune del Beneventano, si trova a fare i conti con una delle tragedie familiari più atroci della sua storia. Salvatore Ocone, cinquantottenne del paese, è accusato di aver sterminato la propria famiglia utilizzando un masso prelevato dal giardino della loro abitazione.
Le risultanze autoptiche hanno confermato la dinamica agghiacciante di quanto accaduto quella notte. Il medico legale Francesco La Sala, insieme al team di periti nominati dalla Procura di Benevento, ha accertato che sia Elisa Polcino che il giovane Cosimo sono deceduti a causa di un singolo colpo inferto con violenza estrema. La pietra utilizzata, del peso di circa dodici chilogrammi, è stata recuperata dai carabinieri e sottoposta a sequestro: su di essa sono state rinvenute tracce biologiche compatibili con le lesioni riscontrate sulle vittime.
La ricostruzione degli eventi delinea un quadro raccapricciante. Elisa, quarantanovenne, è stata aggredita mentre riposava nel letto coniugale. L’uomo avrebbe sollevato il pesante sasso con entrambe le mani, lasciandolo cadere sul capo della donna con una forza tale da non lasciarle scampo. Il decesso è stato praticamente istantaneo.
Diversa, ma non meno drammatica, la sorte toccata al quindicenne Cosimo. Il ragazzo non si trovava nella sua camera da letto al momento dell’aggressione. Gli inquirenti ritengono che fosse nel soggiorno, forse attirato da rumori sospetti o già allertato da quanto stava accadendo. Anche lui è stato colpito con la stessa arma rudimentale, riportando lesioni craniche fatali. Quando il padre lo ha caricato in automobile, insieme alla sorella gravemente ferita, era già morto.
Antonia, diciassettenne, rappresenta l’unica speranza in questa storia di orrore. Anche lei è stata aggredita durante il sonno, riportando un grave trauma cranico. Attualmente è ricoverata presso il Neuromed di Pozzilli, dove i sanitari hanno recentemente sospeso la sedazione farmacologica. Le sue condizioni rimangono serie, ma i medici parlano di un quadro stabile. È lei l’unica testimone diretta sopravvissuta a quella notte di follia.
Dopo aver compiuto la strage, Ocone ha intrapreso una fuga apparentemente priva di logica. Ha abbandonato il corpo della moglie nell’abitazione e si è messo alla guida portando con sé i due figli più giovani. La sua corsa si è conclusa in un oliveto nei pressi di Campobasso, a circa settanta chilometri da casa. È lì che le forze dell’ordine lo hanno rintracciato e fermato.
A sopravvivere alla tragedia c’è anche Mario, il figlio maggiore della coppia, che da tempo si era trasferito a Rimini per ragioni lavorative. Ora lui e Antonia sono gli unici membri rimasti di una famiglia che fino a pochi giorni fa sembrava una come tante altre.
La Procura di Benevento, guidata dal procuratore Gianfranco Scarfò e dal sostituto Chiara Maria Marcaccio, sta coordinando le indagini per ricostruire ogni dettaglio di quanto accaduto e individuare eventuali segnali premonitori che avrebbero potuto essere colti. Ocone si trova in carcere con accuse gravissime: duplice omicidio e tentato omicidio.
Oggi pomeriggio, alle 16.00, la chiesa di Santa Maria del Bosco accoglierà le esequie di Elisa e Cosimo. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino dalle tredici fino al termine della cerimonia funebre.
Le bandiere del municipio sono a mezz’asta e le attività commerciali abbasseranno le saracinesche in segno di rispetto. L’amministrazione comunale ha invitato tutti i cittadini a partecipare al rito funebre per stringersi attorno ai familiari delle vittime.