Falsi lavori, crediti d’imposta inesistenti e caparre incassate da oltre 550 privati: quattro indagati, due amministratori accusati anche di bancarotta fraudolenta.
Udine – I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo per un valore di oltre 1 milione di euro, emesso dalla stessa Autorità Giudiziaria per le ipotesi di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, truffa aggravata ai danni dello Stato ed emissione di fatture ed altri documenti per operazioni inesistenti.
In particolare, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito indagini nei confronti di una società edile che, nel tempo, avrebbe svolto diversi lavori a favore di privati, finanziati con il “Superbonus 110%”: lavori attestati da false asseverazioni tecniche presentate all’E.N.E.A. e la successiva comunicazione telematica della cessione del credito all’Agenzia delle Entrate.
Il sequestro preventivo va a completare l’attività iniziata nel corso della passata annualità allorquando veniva data esecuzione ad un primo provvedimento con il quale l’Autorità procedente aveva previsto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, riguardante una somma in denaro presente sui conti correnti bancari nella disponibilità della stessa società e di 3 indagati per oltre 570 mila euro (quale profitto del reato), nonché quote di crediti d’imposta ancora giacenti nei cassetti fiscali della stessa società e di cinque cessionari per oltre 1 milione di euro.
Nel corso dell’indagine, denominata “Ghost works” proprio per l’inesistenza dei lavori, era emerso che i responsabili della menzionata società, in concorso con un commercialista, per l’apposizione dei visti di conformità e di un ingegnere, per l’asseverazione dei lavori, avevano documentato l’esecuzione di lavori edili invece mai realizzati, o realizzati solo in parte, maturando crediti di imposta inesistenti mediante il sistema di acquisizione del credito dal privato di cui una parte rilevante già ceduta a terzi, motivo per il quale la citata società era riuscita a stipulare proposte di adesione e/o contratti di appalto con oltre 550 persone fisiche per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione coperti dai bonus edilizi, incamerando caparre per circa 5 milioni di euro.

In tale contesto venivano segnalati all’Autorità Giudiziaria in concorso tra loro quattro soggetti per i reati di cui agli artt. 640 bis relativo alla Truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, 483 relativo a Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico 8 D.Lgs. 74/2000 realativo all’Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Proprio in questa seconda tranche d’indagine, sempre condotta da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine sotto la direzione della locale Procura, ha quindi permesso di sottoporre a sequestro ulteriori quote di crediti d’imposta inesistenti di valore pari ad oltre 450 mila euro ancora presenti sul cassetto fiscale della società attenzionata e circa 570 mila euro già ceduti a cessionari di buona fede.
Al termine delle investigazioni il Tribunale di Udine, recependo la sussistenza dei presupposti di legge prospettati dal Reparto del Corpo operante, dichiarava l’apertura della liquidazione giudiziale della società investigata, nell’ambito della quale sono stati denunciati i due amministratori per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta semplice e ricorso abusivo al credito, per aver distratto parte del patrimonio societario attraverso bonifici bancari eseguiti all’estero per 190 mila euro, cagionato l’aggravamento del dissesto della citata società per effetto di operazioni dolose per oltre 5 milioni di euro, nonché aver continuato a ricorrere al credito, accedendo indebitamente ad un prestito bancario di 200 mila euro, dissimulando lo stato d’insolvenza societario, all’epoca già evidente.
La lotta a qualsiasi tipo di illecito fiscale e la particolare attenzione ai fenomeni delle indebite compensazioni e frodi sulle cessioni di crediti d’imposta fittizi derivanti dai bonus in materia edilizia ed energetica rappresentano una linea fondamentale nel ruolo di “polizia economico – finanziaria” rivestito dalla Guardia di Finanza e permettono di tutelare il funzionamento del mercato e garantire la corretta destinazione delle risorse pubbliche.