Il volto storico delle previsioni di La7 si è spento a 77 anni nella sua Firenze. Una carriera tra rigore scientifico e capacità divulgativa che lo ha reso un punto di riferimento per milioni di telespettatori.
Firenze – La televisione italiana piange la scomparsa di uno dei suoi volti più amati e rispettati nel campo della meteorologia. Paolo Sottocorona, per decenni presenza fissa sugli schermi di La7, si è spento all’età di 77 anni nel capoluogo toscano che gli aveva dato i natali, poche ore dopo la sua ultima apparizione davanti alle telecamere.
Il percorso professionale di Sottocorona affonda le radici nella formazione scientifica e militare. Dopo aver completato gli studi classici e frequentato per quattro anni la facoltà di Ingegneria, nel 1972 intraprese la carriera di ufficiale presso il Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare. Trascorse quattordici anni negli uffici di Guidonia e successivamente nel Centro nazionale di meteorologia, acquisendo quella competenza tecnica che avrebbe caratterizzato il suo futuro approccio divulgativo.
Il debutto televisivo arrivò con la realizzazione della rubrica meteo per “Unomattina”, seguita dall’esperienza a Telemontecarlo con “Tappeto volante”. Tra il 1996 e il 1998 curò uno spazio di divulgazione meteorologica per “Geo & Geo” su RaiTre, prima di tornare a Telemontecarlo nel 1999 per condurre “La posta del meteo” e “Sotto questo sole”. Dal 2002 iniziò la lunga collaborazione con La7, rete che lo avrebbe consacrato come uno dei meteorologi più seguiti del panorama televisivo italiano.
In un’epoca dominata dall’allarmismo climatico e dalle previsioni sensazionalistiche, Sottocorona si distingueva per un approccio diametralmente opposto. La sua cifra stilistica era fatta di equilibrio, chiarezza espositiva e toni mai sopra le righe. Sapeva tradurre fenomeni complessi in spiegazioni accessibili a tutti, senza mai cedere alla tentazione della semplificazione eccessiva o dell’esagerazione.
Il rapporto con il pubblico rappresentava un altro elemento distintivo del suo lavoro: i telespettatori potevano inviargli fotografie che lui selezionava personalmente e trasmetteva durante le sue rubriche, creando un dialogo costante con chi lo seguiva da casa.