Famiglie in continuo movimento tra i campi abusivi. Il Tribunale è intervenuto disponendo l’allontanamento per dieci piccoli dall’area di via Selvanesco.
Milano – Nel capoluogo lombardo esistono oltre cento bambini che lo Stato non riesce a raggiungere. Vivono in condizioni di totale marginalità, privi di un’identità anagrafica, esclusi dal sistema scolastico e sanitario. Appartengono a nuclei familiari rom che si spostano di continuo tra insediamenti non autorizzati, in una fuga costante che si innesca all’arrivo delle forze dell’ordine. Un circolo vizioso che condanna questi minori a un’esistenza ai margini della società.
La scorsa settimana la magistratura ha disposto l’allontanamento di dieci bambini dall’area di via Selvanesco 50, la stessa dove nei mesi estivi si era verificato un episodio drammatico: quattro giovanissimi avevano sottratto un veicolo causando la morte di una donna.
La questione dei minori non registrati esiste da tempo, ma secondo Stefano Pasta della Comunità di Sant’Egidio, intervistato da Open, lo scenario è cambiato: “Non ci sono più le grandi baraccopoli da migliaia di presenze, dove i minori erano completamente abbandonati. Dal 2010 a oggi a Milano abbiamo accompagnato 97 famiglie (oltre 500 persone) dalle baracche alle case, abbiamo seguito la scolarizzazione di oltre 300 minori”.
Milano ospita attualmente tre insediamenti riconosciuti – situati in via Negrotto, via Impastato e via Chiesa Rossa – dove risiedono approssimativamente 400 persone. L’assessorato al Welfare fa sapere che “ci sono circa cento bambini e ragazzi in età dell’obbligo scolastico e vengono seguiti da équipe di educatori che li seguono sia in classe sia nel campo”.
Negli insediamenti spontanei l’unica presenza costante è quella delle unità mobili della Caritas Ambrosiana.