Ritrovato sulla spiaggia di Fano il corpo di un sub

Potrebbe trattarsi di Ugo Coppola, il 54enne di Pescara disperso dal 13 agosto scorso durante un’immersione al relitto del Paguro.

Fano – Il mare ha restituito quello che potrebbe essere il corpo di Ugo Coppola, il subacqueo pescarese di 54 anni scomparso quasi due mesi fa nelle acque dell’Adriatico. Il ritrovamento è avvenuto intorno alle otto sulla spiaggia di Ponte Sasso, a Fano, quando un bagnino ha notato una sagoma scura tra le onde e ha immediatamente allertato i soccorsi.

La Capitaneria di porto, oltre alla Polizia e ai sanitari del 118, è intervenuta rapidamente. Il corpo, ancora dotato dell’attrezzatura subacquea, è stato posto sotto sequestro e trasportato all’ospedale di Fano dove verranno effettuati gli accertamenti medico-legali necessari per confermare l’identità e stabilire le cause del decesso.

La vicenda risale al 13 agosto scorso, quando Coppola aveva preso parte a un’escursione subacquea organizzata dal centro Dive Planet di Rimini. La destinazione era il relitto del Paguro, una piattaforma petrolifera affondata al largo di Porto Corsini, a Ravenna, molto frequentata dagli appassionati di immersioni. Durante la discesa collettiva, però, l’uomo si è allontanato dal gruppo e non è più riemerso.

Le operazioni di ricerca si erano messe in moto immediatamente con un dispiegamento considerevole di mezzi: motovedette della Guardia Costiera, elicotteri dell’Aeronautica Militare e dei Vigili del fuoco, squadre di sommozzatori specializzati e persino droni subacquei equipaggiati con sonar. Per quattro giorni consecutivi i fondali circostanti il relitto sono stati esplorati in modo capillare, ma senza esito. Secondo gli investigatori, sarebbero state le intense mareggiate dei giorni scorsi a trasportare il corpo fino alla costa marchigiana.

La Procura di Ravenna ha avviato un’indagine per omicidio colposo, iscrivendo già due persone nel registro degli indagati. L’inchiesta, guidata dal pubblico ministero Silvia Ziniti, punta a fare luce sulle modalità con cui è stata organizzata l’immersione e su possibili lacune nei protocolli di sicurezza adottati. Un elemento al centro dell’attenzione degli inquirenti riguarda la formazione del subacqueo: nel 2017 una scuola abruzzese aveva negato a Coppola il rilascio del brevetto, che l’uomo aveva poi ottenuto rivolgendosi a un’altra struttura.

Grande appassionato del mondo sottomarino, Coppola era solito condividere sui social network le sue esperienze e il suo amore per il mare. Una passione che, tragicamente, gli è costata la vita.