Quattro indagati per la morte di Alex Marangon

L’ipotesi investigativa è che il 25enne si sia gettato inconsapevolmente nel Piave dopo aver assunto sostanze.

Treviso – La Procura ha formalizzato quattro iscrizioni nel registro degli indagati in relazione alla morte di Alex Marangon, il giovane di 25 anni originario di Marcon, in provincia di Venezia, deceduto nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 durante una cerimonia sciamanica a Vidor, nel Trevigiano. L’accusa contestata è quella di morte come conseguenza di altro reato.

Le persone coinvolte nell’inchiesta sono i responsabili dell’organizzazione dell’evento, insieme ai due “curanderos” colombiani, che avrebbero officiato la cerimonia. Secondo quanto emerso dalle indagini, durante il rito sarebbe stata utilizzata l’ayahuasca, sostanza allucinogena impiegata in alcune pratiche sciamaniche sudamericane.

L’ipotesi investigativa su cui stanno lavorando gli inquirenti è quella di un gesto autolesivo involontario. Marangon, che dalle analisi è risultato aver assunto anche cocaina, avrebbe perso completamente il controllo di sé, precipitando da un terrapieno alto otto metri fino al greto del fiume Piave sottostante.

Il cadavere del giovane è stato recuperato dopo due giorni di ricerche, trasportato dalla corrente del fiume per alcune decine di metri rispetto al punto della caduta. L’area dove è stato rinvenuto il corpo si caratterizza per un letto roccioso e poco profondo.

Inizialmente i traumi riscontrati sul corpo avevano fatto pensare a un’aggressione, ma i consulenti tecnici hanno successivamente concluso che le ferite erano compatibili con una caduta violenta sulle rocce del fiume. Tuttavia, il medico legale Antonello Cirnelli ha evidenziato la presenza di due lesioni sospette, una all’occhio e una al costato, che non sembrerebbero riconducibili alla dinamica della caduta.

Ad agosto, i genitori di Alex hanno presentato una formale querela contro i quattro indagati e anche contro la moglie del proprietario dell’ex abbazia dove si è svolta la cerimonia. Nella denuncia della famiglia, oltre all’ipotesi di reato avanzata dalla Procura, figura anche quella di omicidio volontario contro ignoti, a testimonianza dei dubbi che permangono sulla reale dinamica dei fatti.

L’inchiesta prosegue per far luce sulle circostanze che hanno portato alla tragica morte del giovane e stabilire eventuali responsabilità nell’organizzazione e nello svolgimento del rito sciamanico.