Due agenti money-transfer nei guai

Sono state le Fiamme gialle anconitane a scoprire un giro di riciclaggio di denaro ad opera di due broker. 272 violazioni contestate ai loro clienti.

Ancona – Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno concluso un’articolata attività di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per scopo di riciclaggio, che ha consentito di denunciare due agenti “money transfer” e contestare 272 violazioni amministrative a 236 clienti, con sanzioni che, nel massimo, ammontano a complessivi 33 milioni di euro.

Il monitoraggio di oltre 25.000 operazioni di invio denaro, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro, ha permesso ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di individuare numerose operazioni di frazionamento c.d. “smurfing”. In particolare, l’attività di controllo ha consentito di accertare che i titolari del money transfer avevano acquisito dagli oltre 200 clienti, nelle medesime date ovvero in un ristrettissimo arco temporale (massimo sette giorni consecutivi), denaro contante per un importo superiore alla soglia consentita per queste operazioni, pari a € 999,99. Le provviste venivano poi trasferite in favore di un beneficiario, ovvero di più persone, utilizzando contemporaneamente i circuiti finanziari degli istituti di pagamento nazionali e comunitari con i quali operavano in qualità di mandatari, nonché mediante l’identità di soggetti terzi estranei alle operazioni.

I due agenti money transfer sono così stati deferiti alla locale Procura della Repubblica, in quanto non hanno adempiuto correttamente all’obbligo di adeguata verifica della clientela imposto dalle norme antiriciclaggio. L’ipotesi investigativa è che abbiano utilizzato dati e informazioni non veritiere per consentire ai clienti i trasferimenti sopra soglia verso l’estero.

Il monitoraggio dei flussi finanziari è il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza.