I magistrati contabili segnalano carenze nella valutazione e discrepanze nel piano economico da oltre 10 miliardi
La Corte dei Conti ha avviato un’azione di verifica sulla delibera con cui il Cipess ha approvato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, sollevando perplessità sulla solidità istruttoria e sulla trasparenza del processo decisionale. In un documento trasmesso alla Presidenza del Consiglio, la magistratura contabile ha evidenziato la necessità di chiarimenti su diversi aspetti, tra cui la motivazione del provvedimento e la coerenza tra i dati economici presentati.
Secondo la Corte, la documentazione ricevuta non sarebbe stata trasmessa in modo formalmente adeguato, con alcuni atti condivisi tramite link al sito della società Stretto di Messina. Inoltre, è stato rilevato un disallineamento tra il costo certificato da KPMG (10,48 miliardi di euro) e quello inserito nel quadro economico approvato (10,50 miliardi), per il quale si attendono spiegazioni.
Un altro punto critico riguarda le stime di traffico, affidate alla società TPlan Consulting, la cui metodologia e attendibilità sono ora sotto esame. La Corte ha chiesto chiarimenti anche sulla delibera del Consiglio dei Ministri del 9 aprile 2025, che ha qualificato il Ponte come opera di “interesse pubblico rilevante”, bypassando alcuni vincoli procedurali. Anche la Commissione Europea ha chiesto approfondimenti su questo passaggio.
Sul fronte politico, il sottosegretario Alessandro Morelli ha minimizzato la portata delle osservazioni, definendole parte del normale dialogo tra istituzioni. Diversa la posizione di Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra), che ha parlato di rilievi “gravissimi” e ha chiesto maggiore trasparenza, accusando la società Stretto di Messina di aver negato l’accesso ai documenti. Bonelli ha inoltre sollecitato la premier Meloni a valutare un cambio di delega al Ministero delle Infrastrutture.
Anche il Partito Democratico ha espresso preoccupazione, parlando di una “bocciatura” che mette in discussione l’intero impianto progettuale. I deputati Anthony Barbagallo e Andrea Casu hanno annunciato interrogazioni parlamentari per ottenere chiarimenti dal governo.
L’amministrazione ha ora 20 giorni per fornire risposte. In assenza di chiarimenti soddisfacenti, la Corte dei Conti si riserva di decidere sulla validità della delibera o di invitare al suo ritiro.