Pontida 2025: Salvini rivendica la leadership tra tensioni interne e sfide future

Il segretario leghista punta sui temi identitari mentre emergono divisioni sul futuro del partito.

Bergamo – Il tradizionale appuntamento di Pontida si è concluso con un Matteo Salvini determinato a rilanciare l’agenda del Carroccio, concentrandosi principalmente sulla questione migratoria. “Intendiamo ripristinare un controllo efficace delle nostre frontiere”, ha dichiarato il leader leghista durante il suo discorso conclusivo, non mancando di criticare quello che definisce “l’interferenza di alcuni settori della magistratura”.

Durante la sua allocuzione, Salvini ha ribadito i punti fermi dell’azione politica del suo movimento: dalla realizzazione dell’infrastruttura che collegherà la Sicilia alla Calabria all’implementazione di un sistema fiscale più semplificato, fino alla revisione delle procedure di riscossione tributaria. Particolare attenzione è stata riservata alla questione della spesa per la difesa, con il segretario che ha espresso perplessità sull’incremento degli investimenti militari.

Per il prossimo anno, Salvini ha annunciato una grande mobilitazione nazionale prevista per metà febbraio, descrivendola come “un evento senza precedenti per tutelare i principi fondamentali della nostra identità europea e occidentale”.

L’intervento ha toccato anche scenari geopolitici complessi. Riguardo al conflitto mediorientale, il leader del Carroccio ha espresso sostegno per una risoluzione basata sulla coesistenza di due entità statali distinte, pur sottolineando come gli ostacoli rappresentati dall’estremismo islamico rendano difficile tale prospettiva.

Sul fronte economico interno, Salvini ha proposto un coinvolgimento maggiore del settore bancario nel finanziamento delle politiche fiscali espansive, suggerendo che gli istituti di credito potrebbero contribuire alla riduzione del carico tributario pur mantenendo margini di profitto significativi.

Dal canto suo, il governatore veneto Luca Zaia ha posto l’accento sull’importanza della continuità amministrativa nella sua regione, sottolineando come la candidatura leghista rappresenti una condizione imprescindibile per mantenere la coerenza politica dell’amministrazione regionale.

Luca Zaia

All’interno del movimento si delineano orientamenti differenti: da una parte i rappresentanti delle regioni settentrionali propendono per un ritorno ai valori originari del partito, dall’altra figure come Roberto Vannacci spingono verso posizioni più radicali. Zaia ha commentato questa dinamica affermando che “Vannacci può rappresentare un elemento positivo se abbraccia pienamente l’identità leghista”.

Il vicesegretario del partito ha utilizzato toni particolarmente duri nel descrivere i fenomeni migratori, concentrandosi sui rischi che associa all’immigrazione irregolare. Nel suo stand, decorato con slogan che richiamano concetti di “appartenenza nazionale”, “nucleo familiare”, “eredità culturale” e “protezione territoriale”, Vannacci ha ribadito le sue posizioni contro quella che definisce “invasione” del territorio nazionale.