Tragedia del Mottarone: verso la chiusura con tre patteggiamenti

Il processo si avvia alla conclusione dopo oltre tre anni dalla tragedia costata la vita a 14 persone. Assoluzione per i responsabili della manutenzione.

Verbania – Il processo per il disastro della funivia del Mottarone del 23 maggio 2021 si avvia verso una soluzione negoziale con tre patteggiamenti e due proscioglimenti. Durante l’udienza preliminare odierna sono state formalizzate le richieste di patteggiamento per i tre principali imputati. La regione Piemonte ha rinunciato a costituirsi parte civile a fronte di un risarcimento di circa 100mila euro.

Luigi Nerini, proprietario delle Ferrovie del Mottarone, ha presentato istanza per patteggiare una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione. Pena più severa invece per Gabriele Tadini, caposervizio dell’impianto, che ha richiesto il patteggiamento per 4 anni e 5 mesi – la stessa proposta già avanzata nel giugno 2024 ma allora respinta dai pubblici ministeri. Enrico Perocchio, ex direttore d’esercizio della struttura, ha chiesto di concordare una pena di 3 anni e 11 mesi.

La Procura di Verbania, rappresentata dal procuratore Alessandro Pepè, ha espresso parere positivo sui patteggiamenti, per evitare un dibattimento processuale che richiederebbe ancora molto tempo. La decisione finale spetta ora al giudice per l’udienza preliminare Gianni Macchioni.

Diversa la sorte per i dirigenti della società altoatesina incaricata della manutenzione dell’impianto. Il pubblico ministero Laura Carrera ha annunciato la richiesta di proscioglimento per entrambi. Per il responsabile del customer service dell’azienda Leitner, l’accusa ha chiarito che non era sua competenza controllare l’operato del direttore d’esercizio Perocchio, essendo questi un pubblico ufficiale soggetto alla vigilanza dell’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi).

“Nessuna pena, nessun risarcimento potrà mai lenire il dolore per quanto accaduto”, ha dichiarato l’accusa durante l’udienza, come riferisce La Repubblica. I rappresentanti della Procura hanno definito la decisione “non facile” ma necessaria per “ricucire quello strappo”, auspicando che le parti offese possano “comprendere questo esito”.