Maxi piantagione di cannabis scoperta dai Carabinieri

Nell’entroterra reggino i Carabinieri hanno distrutto 400 piante di marijuana e sequestrato droga già pronta e attrezzi per la coltivazione, per un valore di oltre 200mila euro.

Delianuova – Una vasta coltivazione di cannabis, nascosta tra la vegetazione dei boschi è stata individuata dai Carabinieri della Compagnia di Palmi durante un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica. L’attività ha portato alla denuncia di tre uomini, al sequestro di droga e alla distruzione di centinaia di piante destinate al mercato illecito.

Le indagini erano state avviate circa un mese fa, quando, nel corso di controlli mirati contro le coltivazioni illegali, i militari – con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e del Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia – avevano individuato una piantagione di cannabis indica di notevoli dimensioni.

Grazie ad accertamenti più approfonditi condotti dalla Stazione dei Carabinieri di Delianuova, sono stati identificati i presunti responsabili, tra cui il proprietario del terreno in cui era stata allestita la coltura. Le verifiche hanno inoltre permesso di scoprire un casolare adibito a deposito della sostanza, accessibile soltanto ai tre indagati.

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura ha disposto una serie di perquisizioni, effettuate anche con l’ausilio delle unità cinofile antidroga, che hanno portato al rinvenimento di ulteriore sostanza stupefacente, confermando l’impianto investigativo.

In totale sono state distrutte circa 400 piante, alte tra 1,5 e 2 metri. Secondo le prime valutazioni, dal raccolto sarebbe stato possibile ricavare oltre due quintali di marijuana, con un valore superiore ai 200.000 euro.

L’operazione rappresenta un duro colpo al narcotraffico della Piana di Gioia Tauro e conferma l’impegno costante dell’Arma nel contrasto alle coltivazioni illegali e al traffico di droga sul territorio.

Si precisa che le persone coinvolte sono sottoposte a indagini e pertanto da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva, nel rispetto del principio di presunzione di non colpevolezza.