Mentre il ministro annuncia i cantieri per ottobre, mancano ancora i documenti fondamentali e la Corte dei Conti deve valutare un progetto dai costi triplicati.
Messina – La scadenza più recente per dare il via ai lavori del collegamento sullo Stretto è stata stabilita dal ministro Matteo Salvini per il mese di ottobre. Tuttavia, come le precedenti tempistiche comunicate dal segretario della Lega (“estate 2024”, “primi mesi del 2025”, “estate 2025”), anche questa è destinata a subire rinvii. Il via libera del CIPESS del 6 agosto 2025 al progetto definitivo dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina aveva fatto sperare in una svolta decisiva, ma i fatti raccontano una storia differente.
La decisione del Cipess che autorizza lo stanziamento di 13,5 miliardi di euro per la grande infrastruttura è ancora in corso di “finalizzazione” e pertanto non è stata trasmessa alla Corte dei conti per il controllo necessario prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Ciononostante, l’iter burocratico non ha ancora raggiunto il traguardo finale: restano in sospeso la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale e il controllo da parte della Corte dei Conti, come confermato dalle fonti istituzionali. In assenza di questo passaggio fondamentale non è possibile avviare i primi interventi, che comunque riguarderebbero solamente le operazioni preliminari al vero e proprio cantiere: per quest’ultimo ad oggi è ancora assente la progettazione esecutiva, che dovrà conformarsi e fornire soluzioni alle 62 raccomandazioni formulate dalla commissione Via del Dicastero dell’Ambiente.
Un documento fantasma
Di certo comunque la delibera del Cipess non c’è ancora e lo stesso organismo lo ha messo nero su bianco lo scorso 5 settembre rispondendo a una interrogazione del deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli, che ne chiedeva una copia: “Con riferimento all’istanza concernente la richiesta di acquisire copia degli atti sottoposti all’esame del Cipess, della deliberazione sul ‘collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ si rappresenta che la delibera è tutt’oggi in corso di perfezionamento”.

Salvini assicura che “in settimana” la deliberà sarà completata e inviata alla Corte dei conti: “Questa è la settimana in cui tutta la documentazione dal ministero dell’Economia è tornata a Palazzo Chigi e da Palazzo Chigi andrà alla Corte dei Conti”. Una promessa che suona familiare, considerando i continui rinvii degli ultimi mesi.
Bonelli non nasconde la sua perplessità: “Il Cipess che non ha alcuna competenza tecnica, essendo il comitato per la programmazione economica, ha approvato un progetto che non è stato validato da alcun organismo tecnico dello Stato – dice – un grande azzardo fatto con i soldi degli italiani, mentre si tagliano risposte alla scuola, sanità pubblica e trasporti. A una mia richiesta di avere gli atti mi si risponda che la delibera ancora non c’è, chiedo allora cosa è stato approvato. Una pagina bianca? Spero che la Corte di conti faccia giustizia”.
I nodi che vengono al pettine
I magistrati contabili hanno 30 giorni per valutare la delibera ma possono chiedere anche più tempo, specificandone il motivo. E sembrano intenzionati a farlo dalle parti della Corte dei conti: il costo complessivo dell’opera è stato fissato non da un organismo tecnico ma attraverso un emendamento presentato dai deputati della Lega nel 2023. Un aspetto che rischia di complicare ulteriormente l’iter burocratico.
Quando nel 2010 il consorzio Eurolink si aggiudicò la gara – gara rimessa in piedi dal governo Meloni – si prevedeva un costo diviso quasi a metà tra Stato e privati, che si sarebbero occupati dei pedaggi. Invece per volere dello stesso governo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, oggi il Ponte è tutto a carico dello Stato, con un aggravio di costi che passa dai 6,2 miliardi iniziali ai 13,5 miliardi attuali.
Il responsabile del dicastero delle Infrastrutture annuncia l’apertura dei cantieri tra settembre e ottobre, subordinata all’approvazione della Corte dei Conti. Tuttavia, la situazione effettiva mostra un’opera ancora distante dalla fase operativa, ostacolata da vincoli amministrativi e questioni tecniche che potrebbero prolungare significativamente i tempi rispetto alle previsioni del leader leghista.