Maxi-operazione dei Carabinieri nelle province di Caserta, Napoli, Roma, Avellino e Benevento: smantellato un presunto sistema corruttivo nel settore dei rifiuti e delle sanificazioni. Sequestrati 2 milioni di euro in contanti. Ai domiciliari Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo e coordinatore provinciale di Forza Italia.
Caserta – È scattato all’alba un vasto blitz dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Sono 17 le persone coinvolte tra arresti in carcere, domiciliari, divieti di dimora e misure interdittive, accusate a vario titolo di corruzione, istigazione alla corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio e autoriciclaggio. Tra loro, scrive l’Ansa, c’è anche Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo, in provincia di Caserta, coordinatore provinciale di Forza Italia, finito ai domiciliari; l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti e l’ex consigliere regionale Luigi Bosco, attuale coordinatore regionale di Azione.
Il ritorno dell’imprenditore vicino ai Casalesi
Al centro dell’indagine, riporta sempre l’Ansa, figura l’ex consigliere regionale dell’Udeur nonché imprenditore dei rifiuti di Casal di Principe, Nicola Ferraro, già condannato a 7 anni per partecipazione esterna al clan dei Casalesi, in particolare al gruppo Schiavone-Bidognetti. Secondo gli investigatori, l’uomo, dopo un periodo di detenzione, dal 2022 avrebbe ripreso le stesse attività illecite, infiltrandosi nuovamente nel settore degli appalti pubblici.
Grazie a una fitta rete di complicità con funzionari e amministratori locali, sarebbe riuscito a orientare le gare d’appalto nel settore della raccolta rifiuti e delle sanificazioni, garantendo commesse agli imprenditori che si rivolgevano a lui in cambio di tangenti calcolate in percentuale sul valore delle aggiudicazioni.
Un cartello di imprese e il sequestro di 2 milioni di euro
Le indagini hanno fatto emergere l’esistenza di un vero e proprio cartello di imprese che si spartivano le gare con un sistema di rotazione, rafforzato dal ricorso a subappalti pilotati.
Alla fine del 2023, una perquisizione ha portato al sequestro di circa due milioni di euro in contanti nascosti nell’abitazione di uno degli imprenditori coinvolti. Il denaro, oltre a essere accumulato, veniva periodicamente consegnato al dominus del sistema tramite fidati complici.
Le infiltrazioni nelle strutture pubbliche
Secondo gli inquirenti, il “sistema” illecito aveva raggiunto anche aziende sanitarie e grandi strutture pubbliche, confermando l’interesse della criminalità organizzata a infiltrarsi nei settori più redditizi per orientare appalti e commesse.