L’uomo è indiziato anche di istigazione a delinquere, apologia di terrorismo e di aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici o telematici.
Trieste – Questa mattina i Carabinieri del ROS, con il supporto del Comando Provinciale di Trieste e delle Squadre Operative del 13° Reggimento FVG, hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un cittadino pakistano di 25 anni, accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale, addestramento con finalità terroristiche e istigazione a delinquere aggravata dall’apologia di terrorismo e dall’uso del web.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Trieste, prende il nome di “Medina” e si inserisce nell’attività di monitoraggio dei Carabinieri sui fenomeni di radicalizzazione online.
Il giovane era arrivato in Italia nel 2023 attraverso la Rotta Balcanica, fornendo false generalità e dichiarando di essere minorenne per ottenere la protezione internazionale. Da allora era ospitato in una struttura per migranti a Trieste.
Secondo le indagini, il pakistano avrebbe mostrato chiari segni di radicalizzazione jihadista, diffondendo materiale di propaganda online, rilanciando contenuti di ispirazione ISIS e dichiarando la propria appartenenza allo Stato Islamico.
L’allarme è scattato di recente quando l’indagato ha iniziato a cercare sul web manuali per la fabbricazione di ordigni artigianali, armi da fuoco e riferimenti al martirio jihadista.
Gli investigatori lo descrivono come un “lupo solitario”, isolato dal contesto sociale, poco incline all’integrazione e disinteressato all’apprendimento della lingua italiana, ma molto attivo online, in contatto con estremisti all’estero.
Il fermo rappresenta un passo cruciale per prevenire possibili azioni terroristiche e conferma l’attenzione delle autorità italiane sul fenomeno della radicalizzazione sul web.