La bimba partorita sulla spiaggia ha una nuova famiglia

La madre biologica ha deciso di non riconoscerla. La neonata è stata affidata a una coppia di Reggio Calabria.

Marina di Caulonia – Si chiama Fabiana, come la dottoressa che l’ha avuta tra le braccia la prima sera in ospedale. È questo il nome della neonata partorita sulla spiaggia di Marina di Caulonia, in Calabria, da una donna di 30 anni che ha deciso di non riconoscerla.

Il parto è avvenuto in acqua la notte del 7 agosto intorno all’una, quando la mamma è stata soccorsa da due ragazze e quattro ragazzi che hanno sentito i primi vagiti della piccola. “Ha già una nuova famiglia – è commosso il sindaco di Caulonia, Francesco Cagliuso, che oggi è andato a trovare la bimba e l’ha presa in braccio –. È una vicenda che ha sprigionato la solidarietà di tutta la comunità”.

La storia di Fabiana ha toccato profondamente le comunità locali. Tanto che sia gli abitanti di Locri sia quelli di Caulonia nelle ultime due settimane sono arrivati in ospedale con peluche, vestitini, bavaglini, scarpette per la piccola rimasta senza mamma. “Oggi sono stato in ospedale e Fabiana è stata sommersa da regalini, peluche, creme, bavaglini. Siamo tempestati da telefonate di famiglie che si offrono di adottarla. La nostra è una terra difficile ma dal cuore grande”, racconta ancora il sindaco Cagliuso.

Il percorso verso l’affidamento

La giovane madre è stata dimessa due giorni dopo il parto dall’ospedale di Locri, mentre Fabiana oggi è stata affidata a una famiglia di Reggio Calabria. Restano solo da chiudere alcune formalità prima dell’uscita dall’ospedale. La bambina pesa tre chili e sta bene, nonostante sia nata prematura.

Secondo la ricostruzione, è stata la stessa madre biologica a tagliare il cordone ombelicale con una targhetta metallica. I sei giovani che l’hanno soccorsa hanno chiamato medici e carabinieri, e sia la donna che la neonata sono state trasportate all’ospedale di Locri. Qui la giovane mamma ha comunicato al personale sanitario la sua decisione di rinunciare alla bambina, precisando però che “mai e poi mai avrebbe pensato di abortire o di farle del male”.

Ora che sono trascorsi i dieci giorni durante i quali la madre naturale poteva rivedere la sua decisione, è stato avviato il primo periodo di affidamento a una famiglia.

Un diritto tutelato dalla legge

La vicenda di Fabiana riporta l’attenzione su un aspetto spesso misconosciuto della normativa italiana: il diritto di non riconoscere un figlio. La legge italiana, infatti, tutela sia il diritto alla maternità che quello di rinunciarvi, permettendo alla donna di partorire in anonimato e di non riconoscere il neonato. Questa possibilità, prevista dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, rappresenta un’alternativa legale e sicura all’aborto o, nei casi più drammatici, all’abbandono in condizioni pericolose.

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