Morto dopo il fermo col taser a Olbia, indagati i due carabinieri: “Atto dovuto”

Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei, è deceduto per arresto cardiaco nell’ambulanza che lo stava portando in ospedale. L’azienda produttrice: “Nessun danno nel 99,7% dei casi”.

Olbia – Sono indagati per omicidio colposo i due carabinieri che ad Olbia la sera di sabato scorso hanno utilizzato il taser per bloccare Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei. L’uomo è poi morto per arresto cardiaco nell’ambulanza che lo stava portando in ospedale.

I militari erano intervenuti a seguito della segnalazione di alcuni cittadini: per le strade del rione di Santa Mariedda l’uomo si stava aggirando con atteggiamento aggressivo. Ma i familiari chiedono chiarezza su quanto accaduto e vogliono giustizia. «Non me l’hanno fatto vedere e qualcuno mi ha detto che aveva una ferita al volto. Voglio capire cosa è successo», ha detto il fratello di Demartis a Repubblica. Il 57enne era titolare di un alimentari ma aveva precedenti con la giustizia: qualche mese fa era stato scarcerato dai domiciliari per spaccio.

Secondo quanto comunicato dalla Procura di Tempio Pausania, titolare dell’inchiesta, l’iscrizione sul registro degli indagati dei due militari è un atto dovuto dopo l’apertura del fascicolo, necessario per procedere con l’autopsia sul corpo della vittima.

La casa produttrice: “Nessun evidenza di causa-effetto”

“Ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta di causa-effetto tra l’utilizzo del Taser e il decesso dei soggetti colpiti”, ha dichiarato in una nota la Axon, la società produttrice e distributrice del dispositivo di sicurezza Taser che viene usato dalle forze dell’ordine italiane. “I dispositivi Taser sono progettati per ridurre i rischi sia per gli operatori delle forze dell’ordine sia per i cittadini, offrendo un’alternativa non letale all’uso delle armi da fuoco”, continua il comunicato.

Il funzionamento del Taser si basa su impulsi elettrici a basso amperaggio, spiega ancora l’azienda, “che inducono una temporanea incapacità neuromuscolare, con effetto che cessa immediatamente al termine del ciclo. Studi indipendenti, tra cui la ricerca della Wake Forest University School of Medicine, hanno dimostrato che nel 99,7% dei casi non si registrano danni permanenti, se non lesioni lievi causate prevalentemente da cadute”.
    Axon “conferma la propria massima collaborazione con le autorità competenti e sottolinea l’importanza di attendere l’esito delle indagini e degli esami autoptici prima di formulare qualsiasi valutazione sulle cause dei singoli decessi”.

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